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Obama precipita nei sondaggi, mai così in basso

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Almenotre sondaggi indicano come, per la prima volta, più della metà dei cittadini bocciano l'azione di Barack Obama sul fronte dell'economia e del lavoro. Secondo il sondaggio realizzato da Wall Street Journal ed Nbc, il numero degli americani che approva l'operato del presidente è sceso al 44%, mentre per il 73% degli intervistati «il Paese sta prendendo una direzione sbagliata». Il prestigioso quotidiano finanziario sottolinea come si tratti di un livello di pessimismo mai visto dalla fine del 2008, quando la crisi finanziaria raggiunse il suo picco e aprì le porte alla recessione. Gran parte dell'opinione pubblica - sottolinea ancora il Wall Street Journal - continua ad essere convinta che la situazione attuale sia la pesante eredità lasciata ad Obama dal suo predecessore, George W. Bush. Ma anche il numero di persone che la pensa così va via via diminuendo. E sale la quota di intervistati (40-45%) che dichiara come oggi voterebbe per i Repubblicani. Simili i risultati del sondaggio condotto dal Washington Post insieme ad Abc, che indica come il livello di pessimismo nell'opinione pubblica americana non sia mai stato così alto negli ultimi tre anni. Un pessimismo - scrive il Washington Post - che sta via via cancellando «quel senso di speranza» che aveva accompagnato l'elezione di Obama, con oltre il 60% degli intervistati che disapprova il modo in cui il presidente sta affrontando il problema della lenta crescita dell'economia e della crescente disoccupazione. Infine anche da un sondaggio condotto dal sito Politico.com insieme alla George Washington University emerge come il numero degli elettori convinti che Obama stia guidando il Paese nella direzione errata è balzato al 72%, 12 punti percentuali in più rispetto al mese di maggio. Intanto il presidente della Fed ha rassicurato sull'esposizione delle banche Usa alla crisi di Grecia, Irlanda e Portogallo. «È gestibile» ha detto Ben Bernanke. Bernanke ha precisato che «la Fed sta monitorando con attenzione gli sviluppi della situazione in Europa», sottolineando che la crisi «potrebbe colpire molti mercati e società del settore finanziario». Le grandi banche americane avrebbero avviato trattative con i procuratori federali per trovare un accordo per chiudere la causa per possibili scorrettezze collegate al mercato dei mutui. Secondo il Financial Times, vari istituti - tra cui Bank of America, Jpmorgan, Wells Fargo e Citigroup - sarebbero pronte a pagare complessivamente miliardi di dollari, in cambio di una parziale revisione della loro responsabilità legale.

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