Addio Province. Arrivano le città metropolitane
Se ne parla da più di 20 anni a periodi alterni e sempre con maggiore insistenza negli ultimi mesi ma rischia di concretizzarsi domani mattina l'incubo di molti presidenti di provincia, consiglieri provinciali e di quanti credono nell'istituzione "Provincia": il Consiglio dei ministri, convocato alle 8,30 di domani, infatti, dovrebbe approvare un disegno di legge costituzionale per l'introduzione del principio del pareggio di bilancio nella carta costituzionale e l'abolizione delle Province. E, secondo indiscrezioni, le Province sparirebbero per lasciare posto alle città metropolitane e alle unioni di comuni, enti intermedi il cui funzionamento dovrebbe essere regolato dalle Regioni. Un colpo duro per le Province anche se c'è da dire che le città metropolitane - oltre a Roma Capitale, che ha uno status a sè - sono già state previste dall'articolo 114 dalla Costituzione italiana, dopo la riforma apportata nel 2001. "Apprendiamo che il tanto annunciato disegno del Governo, che dovrebbe assegnare alle Regioni le competenze sulle Province, prevedrebbe la cancellazione delle Province dalla Costituzione. Se è questa la strada che la maggioranza intende percorrere, la reazione delle Province si farà sentire", ha tuonato oggi il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, sottolineando come "una tale scelta getterebbe nel caos il Paese, aprendo la strada alla gestione da parte Agenzie, Società ed Enti di tutte le competenze pubbliche oggi amministrate delle Province. Mettendo in mano così a Consigli di amministrazione, dirigenti e manager la gestione delle scuole, della formazione professionale, del mercato del lavoro, delle strade, della tutela dell'ambiente. A guadagnarci sarebbero quindi i soliti noti, che da questa spartizione della democrazia avrebbero le mani libere per lucrare sui servizi essenziali ai cittadini". E per domani mattina Castiglione ha convocato una riunione straordinaria dell'ufficio di presidenza dell'Upi. "Siamo nella confusione più totale e non capiamo se il governo vuole cancellare 10 articoli della Costituzione, e con essi anche le Province, o se si vuole invece disegnare una nuova configurazione dell'ente intermedio", ha commentato Fabio Melilli, presidente del Consiglio direttivo dell'Upi (Unione delle Province d'Italia) ed esponente del Pd. "La situazione riflette lo stato confusionale di questa maggioranza e rimaniamo curiosi di vedere, domani mattina, quale sarà il provvedimento che verrà portato all'attenzione del Consiglio dei ministri", ha concluso. E per Leonardo Muraro, presidente leghista della Provincia di Treviso, "l'opinione pubblica, anche grazie ai media, crede che tutti i mali derivino dalle Province. E tuttavia servono enti che gestiscono le aree vaste: per fare una variante urbanistica, per esempio, un comune del Veneto prima doveva attendere 4 anni, ora, da quando questa funzione è stata delegata alle Province, solo 30 giorni". Domani si riuniranno anche il direttivo dell'Anci e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.