Vendola al Pd: "È peggio di Tangentopoli"
Nichi Vendola va all'attacco del Pd. E lo fa sulla vicenda che più fa male oggi ai Democratici, la vicenda delle presunte tangenti sull'ex area Falck. «Siccome ho la coscienza a posto e non ho scheletri nell'armadio – racconta il leader di Sel in un'intervista al «Fatto Quotidiano» – considero il caso Penati un fatto grave, ma ho molto rispetto per la sofferenza del popolo del Pd». «Io sono stato, fino alle primarie di Pisapia, il principale oggetto di polemica di Penati e del riformismo milanese – prosegue – Ne vado per così dire orgoglioso. Vedo una differenza con Tangentopoli, e in peggio. Nel 1993 la politica usava gli affari per finanziarsi, e mantenere l'illusione della propria egemonia. Il sistema Sesto, se possiamo chiamarlo così, lascia intravvedere una mutazione genetica, anche rispetto all'analisi profetica dell'intervista di Berlinguer a Scalfari». «Oggi - conclude Vendola - sono i partiti indeboliti, e subalterni al sistema economico, che sognano di dotarsi di una propria interfaccia economica per stare al tavolo dei poteri forti e recuperare il gap». Intanto il sindaco di Sesto San Giovanni Giorgio Oldrini ha annunciato di voler nominare un legale e, con l'avvocato, chiedere un incontro ai magistrati di Monza, titolari dell'inchiesta che lo vede indagato con l'ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, per presunte tangenti relative all'ex area Falck. È lo stesso Oldrini a renderlo noto stigmatizzando «lo stillicidio di rivelazioni a rate che ogni giorno ci viene propinato nell'evidente tentativo di impedirci di discutere e adottare in Consiglio comunale l' 8 e il 9 settembre il Piano per le aree ex Falck». Il riferimento è alle accuse, riportate ieri dal «Corriere della Sera», «che Piero Di Caterina, in verbali a me sconosciuti, mi rivolgerebbe». «Già più di un anno fa, insieme al sindaco di Cinisello Daniela Gasparini e ai due allora direttori generali dei nostri Comuni, Marco Bertoli e Mario Spoto, avevamo querelato Di Caterina per calunnia – spiega Oldrini – Non posso dimenticare che in questi mesi, anche in conseguenza di una dichiarazione di Di Caterina, si è ripetutamente scritto che nel momento in cui era proprietario delle aree ex Falck il Gruppo Zunino, la nostra Amministrazione avrebbe raddoppiato le volumetrie concesse, portandole a 1.300.000 metri quadrati». «Si tratta di un clamorosa panzana – prosegue il sindaco di Sesto – come dimostrano i documenti ufficiali approvati dalla Giunta e dal Consiglio comunale, come scritto nella sentenza del Tribunale di Milano sulla vicenda Risanamento, e come evidenziato nel documento di vendita da Zunino al Gruppo Bizzi delle aree, pubblico e depositato presso la Consob».