Una sola mano e niente lacrime
L’altra sera ho cominciato a leggere Liar’s Poker, (Il poker del bugiardo), un libro di Michael Lewis che racconta la sua esperienza nella sala trading di Salomon Brothers, banca d’investimento fondata nel 1910 da tre fratelli, Arthur, Herbert e Percy Salomon. La grande firma della finanza americana tra gli anni Settanta e Ottanta fu la prima a impacchettare i mutui immobiliari in altri strumenti finanziari e nel 1991 una serie di spregiudicate operazioni sui bond del Tesoro americano la portarono in tribunale e a pagare una multa di 290 milioni di dollari. Fu l’inizio della fine di Salomon. Ciò che sta accadendo oggi sul mercato del debito sovrano ha molto a che fare con la cultura che Lewis racconta nel suo libro. Eccone un saggio da manuale. Il boss di Salomon, John Gutfreund, entra nella sala trading e chiama i suoi colleghi a fare una scommessa. Gutfreund, un mito di Wall Street, esordisce così: «Una mano, un milione di dollari, niente lacrime». Un milione di dollari di posta in un gioco d’azzardo in cui bisognava indovinare i numeri di serie del dollaro chiuso nel pugno. Una cifra iperbolica che induce chiunque a lasciare il tavolo verde per non bruciarsi il conto in banca. E piangere per tutta la vita. Via tutti dal gioco, tranne il numero uno dei trader di Salomon, il principe del rischio, John Meriwether, il quale risponde così: «No John, se vuoi giocare con questo tipo di numeri, allora giochiamo a soldi veri. Dieci milioni. Niente lacrime». Gutfreund tergiversa, pensa e ripensa, poi chiosa e lascia cadere la sfida: «Tu sei pazzo». No, Meriwether non era un folle. Era il principe del rischio, faceva il suo lavoro, alzava la posta all’inverosimile. È la stessa scommessa che i mercati stanno facendo con l’Italia.