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Trichet: la Ue metta sanzioni

Jean Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea

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Il mix è esplosivo: il cattivo andamento dell'economia americana e i timori sulla crisi del debito mandano a picco le borse europee. Poi c'è Moody's che minaccia il taglio del rating dell'Italia. Come se ne esce? Cosa fare per raffreddare la tensione? Dal momento che gli interventi della Bce sul debito sovrano non possono continuare all'infinito, pena lo scatenarsi dell'inflazione, per il presidente della Banca Centrale europea è arrivato il momento che l'Unione europea faccia sentire la sua voce. Ovvero vanno sanzionati quei Paesi che non prendono misure adeguate di risanamento dei bilanci. Trichet, intervenendo a un convegno all'istituto Montaigne di Parigi, lancia questa proposta nell'ambito di una nuova governance economica europea, per la quale chiede un accordo per il rafforzamento del patto di stabilità e di crescita e un eventuale scorporo del settore finanziario dal rischio di debito sovrano. Un giorno - dice Trichet - i popoli europei avranno un governo federale. Occorre quindi che un organismo intervenga nel caso in cui i singoli Paesi non prendano misure di bilancio adeguate. Inoltre Trichet propone di togliere il settore finanziario, colpito in modo «particolarmente duro» dalla crisi globale, dal rischio di default sul debito sovrano. Secondo Trichet si può immaginare un governo confederale europeo «con un ministro delle Finanze confederale, che potrà assumere l'intera governance in seno all'Eurozona e prendere questa o quella decisione». Un ministro europeo delle Finanze potrà sostenere una «posizione europea nei negoziati internazionali sul piano finanziario», compresi quelli del settore finanziario. Trichet ha ricordato che il Patto di stabilità europeo era stato creato proprio con l'obiettivo di «prevenire gli squilibri delle finanze pubbliche nell'area euro». Ma «sotto l'impulso dei maggiori Paesi, in particolare Germania, Francia e Italia, si sono allargate la discrezionalità e flessibilità delle procedure di sorveglianza». Il presidente dell'istituto centrale spiega che «il Patto di stabilità si è trovato considerevolmente indebolito nella lettera» e ancor più gravemente indebolito «nello spirito, perché appariva chiaramente che i grandi Paesi se ne dispensavano». Un fenomeno di fronte al quale «la Bce espresse allora le sue più vive preoccupazioni», insistendo per «un'applicazione più rigorosa del Patto». La Ue ha commentato positivamente le parole di Trichet. L.D.P.

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