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Manovra in Senato Vertice di maggioranza con Berlusconi

Da sinistra il premier Silvio Berlusconi ed il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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È confermata alle 16,30 la seduta dell'aula del Senato che inizierà a esaminare la manovra economica licenziata domenica scorsa dalla commissione Bilancio di palazzo Madama. La conferenza dei capigruppo che dovrà riformulare i tempi per l'approvazione del provvedimento, inizialmente prevista per le 12, è stata rinviata alle 15,30. Nel frattempo sono stati presentati circa 350 emendamenti per l'aula al testo del provvedimento: la gran parte sono firmati da esponenti dell'opposizione. Quattro emendamenti sono a firma Pdl, nessuno della Lega Nord e circa una quindicina sono stati depositati ad Forza Sud. Un emendamento è stato presentato dal governo e riguarda la delega sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari. BERLUSCONI A PALAZZO GRAZIOLI Il premier Silvio Berlusconi sta rientrando a Roma dopo oltre una settimana di assenza. Al suo arrivo nella capitale è possibile un vertice di maggioranza per valutare le eventuali correzioni alla manovra, dopo che anche il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha riconosciuto che "uno sforzo per rendere la manovra ancora più incisiva va fatto", soprattutto alla luce dell'appello del capo dello Stato. Gli esponenti di maggioranza sono già allertati per la possibile riunione, anche se l'orario non è stato ancora fissato. MANOVRA ANNACQUATANella serata di ieri è giunto l'appello del capo dello Stato, Giorgio Napolitano per un rafforzamento del provvedimento già in questa fase dell'iter parlamentare. È inoltre atteso per il primo pomeriggio il rientro a Roma del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Anche sulla stampa internazionale si parla di Italia. Il giudizio del Financial Times è senza mezzi termini: la manovra correttiva dei conti pubblici italiani è un "fiasco fiscale", è stata "annacquata" a tal punto da rappresentare "un gioco di prestigio" e "probabilmente danneggerà l'economia italiana piuttosto che accelerare la crescita". Secondo il quotidiano finanziario "il governo ha evitato, ancora una volta, qualsiasi riforma strutturale che possa davvero accelerare la crescita". La Lex Column del Ft nota come, dopo il recente balzo dei rendimenti, "il premio di rischio dell'Italia potrebbe salire ulteriormente" di fronte "al taglio del rating che si profila all'orizzonte". "L'Italia, non la Spagna, deciderà il destino dell'area euro", conclude il Ft secondo cui "un sistema politico incompetente ha lasciato il Paese paralizzato davanti alla brutale correzione del rischio percepito dagli investitori sempre piu nervosi".   WSJ E IL GOVERNO TECNICO Il Wall Street Journal, invece, che evoca "gravi rischi per l'economia globale" e nella pagina dei commenti titola: "Atene e Roma tengono in ostaggio l'Europa". Secondo il quotidiano newyorchese "se la Bce dovesse interrompere gli acquisti di bond italiani il conseguente balzo dei rendimenti potrebbe far cadere l'amministrazione Berlusconi, aprendo la strada ad un governo tecnico nominato dal presidente Giorgio Napolitano". Allora "il lungo processo per ricostruire la credibilità della terza economia dell'area euro potrebbe almeno ricominciare sul serio". La Grecia, scrive il Wsj, ha "imparato che ogni volta che la crisi minaccia l'area euro l'Europa è costretta a rimangiarsi le promesse fatte e a soccorrerla con un nuovo salvataggio". Ora "l'Italia sembra fare lo stesso calcolo", con i ministri che "mostrano di non tenere in alcuna considerazione l'urgenza di riforme strutturali" e "invece parlano incessantemente degli eurobond come soluzione alle disgrazie che attribuiscono a forze esterne". Un sogno, quello degli eurobond, "che probabilmente resterà una fantasia fino a quando non tornerà la fiducia fra gli stati membri" dell'area euro.

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