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Caso Tarantini. Il Cav dai pm

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Giampaolo Tarantini

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Il mosaico dell'inchiesta dei magistrati di Napoli sulla presunta estorsione ai danni di Berlusconi inizia a farsi sempre più chiaro dopo le dichiarazioni rilasciate agli inquirenti da Gianpaolo Tarantini e della moglie Nicla Devenuto. Nelle prossime ore saranno definiti luogo e data nella quale la Procura ascolterà il presidente del Consiglio in qualità di «persona offesa». Gli inquirenti puntano a chiudere l'indagine in tempi brevi. Successivamente il procedimento sarà trasmesso ad un'altra sede, una volta individuato il luogo in cui si sarebbero consumati i presunti illeciti (a partire dalla consegna del denaro, finito secondo l'accusa, in gran parte nella disponibilità del direttore dell'Avanti! Valter Lavitola). Le ricostruzioni operate dai coniugi baresi hanno portato i primi risultati: la giovane donna è adesso agli arresti domiciliari. Dopo tre giorni di detenzione nel carcere di Pozzuoli, ieri mattina Ninni (così chiamata in famiglia e da Valter Lavitola) è tornata a dedicarsi alle sue due figlie nella casa romana dei Parioli. Il gip Amelia Primavera ha accolto l'istanza presentata sabato dai difensori della Devenuto, e parere favorevole alla scarcerazione era stato espresso anche dalla Procura: dopo l'interrogatorio si erano attenuate le esigenze cautelari. «Non abbiamo mai dubitato dell'onestà intellettuale dei pubblici ministeri», ha commentato l'avvocato Alessandro Diddi. Intanto i legali di Gianpaolo Tarantini ritengono che il memoriale, insieme all'approccio collaborativo mostrato nell'interrogatorio, abbia fatto luce sugli aspetti più complessi della vicenda. E se Gianpi ha ribadito con forza che il denaro ricevuto da Berlusconi rientra in una liberalità del premier, nel colloquio con i magistrati è stata toccata, anche se in maniera marginale, la querelle riguardante il presunto ruolo svolto da Antonio Laudati, procuratore capo di Bari, nelle inchieste in corso. L'imprenditore ha infatti specificato che le affermazioni fatte al telefono con Valter Lavitola non erano altro che «deduzioni personali» volte a tenere alta l'attenzione nei suoi confronti da parte del premier. Discutere delle novità giudiziarie baresi rientrava in una strategia di Tarantini per non farsi dimenticare, come invece gli avrebbe fatto credere il mediatore-amico Lavitola. «Un mensile di ventimila euro da settembre 2010 a luglio, a cui vanno aggiunte donazioni extra per pagare debiti e le ingenti spese legali»: Tarantini nell'interrogatorio ha ammesso di aver ricevuto queste somme da Lavitola. Il totale delle donazioni, però, sarebbe molto inferiore ai cinquecentomila euro destinati dal premier, dal momento che quando l'imprenditore napoletano disponeva i versamenti, una parte erano destinati a Ninni (con la quale aveva una relazione sentimentale) mentre le restanti risorse venivano destinate ad altre attività. Gianpi ha anche smentito ogni collaborazione con Finmeccanica, non avendo mai avuto consulenze per la holding italiana mentre ha confermato che aspirava a svolgere il ruolo di intermediario con l'Eni, «per un imprenditore attivo in Toscana e Puglia nel settore dello smaltimento dei rifiuti», ed ha precisato che questa attività sarebbe stata ripagata con un onorario se il contatto creato si fosse rivelato proficuo alla chiusura di futuri contratti. Infine l'ordine dei giornalisti del Lazio ha cancellato dal proprio elenco Valter Lavitola, editore dell'Avanti!.

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