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Alemanno a Mirabello Obiettivo: Area Vasta

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno

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Gianni Alemanno oggi pomeriggio prenderà un aereo per raggiungere Mirabello. Destinazione: la festa di Fli. Fin qui l'unico dato certo. A cui andrebbe aggiunto anche il fatto che con questo suo ingresso nella tana del lupo, quella dei tanto odiati finiani, il sindaco di Roma apre una fase nuova. Di sostanziale ricollocazione all'interno del Pdl. E forse di ricollocazione all'interno del centrodestra. La scadenza per Alemanno è quella della primavera del 2013, quando si dovrà sottoporre di nuovo al vaglio elettorale per chiedere la riconferma. Per arrivare a quel traguardo, il primo cittadino della Capitale punta a costituire un'Area Vasta, una nuova coalizione. Che potrebbe passare attraverso il lancio di una futura lista civica da 6-7%, per esempio. Si vedrà, c'è tempo. Soprattutto ci sono altre tappe intermedie. Come appunto riaprire i canali con le forze più affini al centrodestra. Si comincia con Fli. Sarebbe più corretto dire che si è già cominciato con Futuro e libertà perché un mese fa un uomo di Alemanno è divenuto vicepresidente dell'Asi, il braccio sportivo e sociale della destra presieduta dal deputato finiano Claudio Barbaro: adesso l'Associazione sportiva italiana si riequilibra e il primo cittadino capitolino è anche intervenuto per un saluto-benedizione a una riunione di giunta. Più avanti il lavoro più complesso, quello dell'alleanza con l'Udc. Il percorso sarà lungo ma di sicuro Alemanno potrà far leva sull'accordo che già regge la giunta regionale laziale presieduta da Renata Polverini. Poi c'è la questione Pdl. Il sindaco di Roma si è posto nell'ala critica alla segreteria di Angelino Alfano. E ha un asse con Roberto Formigoni. Certo, a loro discapito c'è il fatto che l'estate ha rafforzato Alfano oltremodo. E per i «critici» gli spazi si sono ristretti sebbene la manovra, quella economica, scontentando varie categorie ha riaperto nuovi fronti. A fine mese la destra sociale terrà la sua convention non più a Orvieto, come era accaduto negli ultimi anni, bensì a Roma. Non sarà più rivolta alla componente ma avrà una proiezione esterna, sullo scenario nazionale. La parola chiave sarà «cambiare». Per la precisione, il titolo della manifestazione sarà «Cambiare, partecipare, unire l'Italia». Cambiare come cambiare passo. Anche come cambiare governo o almeno alcuni dei suoi ministri. O almeno parte della sua politica. Sicuramente tutto ciò che non ha previsto la partecipazione agli utili dei lavoratori, oppure non è andato nella direzione del quoziente familiare più volte evocato e mai concretizzato, oppure non ha tenuto conto del tema della sussidiarietà che sembra essere sparito dall'agenda politica. O sicuramente tutto ciò che non unisce l'Italia, come le sparate della Lega. Dove vuole arrivare Alemanno? Conviene in questo momento mettersi nella linea della contestazione del governo? Di certo essere schiacciati su Berlusconi non ha giovato a Letizia Moratti. Che forse ha pagato a Milano anche eccessivamente la crisi economica e il lassismo del governo. Il sindaco di Roma non vuole fare la stessa fine. Si smarca. Non vuol dire che lavori per uscire dal Pdl. O per indebolirlo. Ma è chiaro che intende giocare un ruolo nuovo. D'altro canto lavorare per condizionare l'esecutivo è apparso alquanto velleitario, la manovra ne è la dimostrazione. Con undici deputati e quattro-cinque senatori è impossibile pretendere di più. Meglio provare un'altra strada. Quando venne eletto alla guida della Capitale il Pdl (in realtà non c'era ancora il partito, solo la lista unitaria) veleggiava verso il 40% e anche oltre; oggi è stabilmente sotto il 30 e s'avvicina al 25 piuttosto che risalire. Alemanno, invece, continua ad avere un tasso di fiducia alto. Secondo alcuni istituti demoscopici sarebbe stabilmente oltre il 50%. Dunque, è evidente che il sindaco non voglia farsi trascinare in basso dalle incertezze del governo. Dal quale invece cercherà sempre più di tenersi alla larga. Piuttosto lavorerà per emergere come un soggetto politico autonomo. Ce la farà?

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