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"Siamo i primi a dover imparare dalla Chiesa"

Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri

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«Siamo noi i primi ad imparare». Maurizio Gasparri non ha dubbi. Angelo Bagnasco ha appena inaugurato la Summer school 2011 delle fondazioni Magna Carta e Italia Protagonista, vero «think tank» dei giovani Pdl, animato dal capogruppo del Pdl al Senato e dal suo vice Gaetano Quagliariello e non è facile nascondere l'emozione. Senatore Gasparri, è la prima volta che il presidente della Cei decide di partecipare a un'iniziativa politica... «Parliamo di un evento animato da due fondazioni, non dal partito, sia chiaro. Ma è evidente che c'è uno spirito politico dietro questa iniziativa e per noi è stato un privilegio aprire la Summer school 2011 con la lectio magistralis del Cardinale Bagnasco. È stato importante soprattutto per i sessanta ragazzi che sono qui a scuola di politica». Qual è il messaggio più importante che Bagnasco ha affidato loro? «Il messaggio che vorrei fosse chiaro a tutti loro è che esiste un forte richiamo valoriale che lega la fede alla politica. E che ci sono dei valori non negoziabili. La lectio magistralis di Bagnasco costituisce anche per noi, che non facciamo il corso ma che lo organizziamo, un orientamento importante per costruire una rete di rapporti e trovare un coordinamento comune che unisca una vasta area moderata». Sta parlando di un partito che unisca i cattolici? «Io non credo ci debba essere il partito dei cattolici, credo piuttosto che i cattolici debbano avere un ruolo importante nella politica. Il Pdl unisce tanti cattolici che condividono un sistema di valori coerente con la tradizione italiana. Se nel futuro si dovesse trovare un'area di incontro tra che unisca gli ambienti cattolici, senza per forza parlare di un unico partito, bè perché no? È in questo senso che si inserisce il lavoro di Alfano, così come quanto fatto dal Pdl al Senato nelle battaglie a favore della vita e della famiglia». I cattolici potrebbero arrivare a una mediazione sulle pensioni? «Dai grandi valori alle contingenze del presente. Dobbiamo dare una prospettiva ai giovani, questo è l'imperativo. In questo momento, però, strappi o accelerazioni rischiano di accendere un clima di scontro che non giova a nessuno. Un conto è quando lo scontro è con la Cgil, forza politica più che sindacale. Sarebbe sbagliato estendere lo scontro ai sindacati che condividono i nostri valori». Anche Rutelli a Labro ha messo su una scuola di politica. Dice di voler fare l'allenatore. Anche Gasparri vuole fare l'allanatore? «Io allenatore lo sono da tempo. Vengo dalle elezioni universitarie, poi giovanili con Msi prima e An poi. Però sono ancora giocatore in campo, e voglio ancora continuare ad esserlo. Diciamo che sono allenatore e giocatore». E Berlusconi? Giocherà ancora nel 2013? «Lo decideremo nel 2013. Lui stesso in un'intervista a inizio estate ha detto che non si sarebbe candidato. Il suo più grande successo è quello di consolidare il partito che ha creato, non escludendo che ci possano essere altri candidati. Non mi atterrisce questa prospettiva, è stato lui stesso a proporla».

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