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Rutelli sbeffeggia la sinistra: «Litigano anche sullo sciopero»

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Ilpresidente Rutelli in questi giorni ci è stato molto vicino, è stato il nostro allenatore. Noi siamo la "cantera" della politica italiana». Lisa sta tornando a casa, in Abruzzo. È una dei 170 ragazzi che hanno preso parte alla scuola nazionale di formazione politica di Alleanza per l'Italia. Le lezioni si sono tenute sui banchi di Labro, durante la festa nazionale del partito. Non solo libri, sia chiaro. A Lisa sabato è stata offerta anche la possibilità di fare una domanda ad Angelino Alfano. Lei non si è lasciata sfuggire l'occasione e si è fatta promettere che «L'Aquila non sarà un nuovo Belice». Ieri è toccato al suo «allenatore» trarre le conclusioni politiche della manifestazione. «Dovrò scrivere il discorso stanotte», confida ai suoi collaboratori sabato sera. Il leader di Api non si è perso un dibattito. Jeans e maniche di camicia, sempre in prima fila sotto il palco. Presente, non protagonista. Fino a ieri. Rutelli utilizza il discorso costruito durante la notte per lanciare dei messaggi. Da sotto il palco ha ascoltato i leader politici che si sono succeduti al microfono, e adesso si rivolge a loro. A Bersani dice che «il referendum elettorale è un atto irresponsabile perché non ci libera dal "porcellum" ma, ripristinando il Mattarellum, sancisce la precarietà dei governi» e che se la «sinistra extralarge» non ce l'ha fatta una volta a governare, non ce la farà adesso «che non riesce nemmeno a mettersi d'accordo su uno sciopero generale». A Profumo, invece, il leader Api fa i complimenti: «C'è bisogno di gente che rischia e dice "io ci sono e sono pronto a servire il mio Paese" e non chiede nulla in cambio». A Berlusconi ripete che «c'è un tempo per entrare in politica, uno per consolidarsi, uno per resistere. Ma questo per lui è il momento di andare via», dal momento che anche la sua «destra extrapowerfull» ha fallito. Il leader Api ha anche un messaggio per Alfano: «Basta con questa storia di unire gli anti-comunisti. Sei giovane, sei promettente, cambia musica, volta pagina». È tutto il Terzo polo (Rutelli confida che sono al lavoro per un simbolo unico al Senato) ad aspettare e sperare che il segretario del Pdl volti pagina. Che inauguri formalmente il dopo-Berlusconi. Rutelli spera anche in un risveglio dell'ala riformista del Pd. Che faccia a meno delle aree estreme, rinunciando a Vendola, a Di Pietro e ai diktat del sindacato. Il Terzo polo, insomma, è pronto a trattare con chi per primo sarà in grado di liberarsi dei "pesi morti". Ma non ditelo a Lisa, e agli altri ragazzi della "cantera". A loro hanno raccontato di un polo «alternativo». Na. Pie.

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