"Il ministro dell'Economia non può commissariare il Pdl"

«Il Pdl non si faccia commissariare dal ministro dell'Economia. Alfano, a nome del Pdl, ha assunto l'impegno di dimezzare i tagli alle Regioni e agli enti locali imposti dalla manovra. Dobbiamo mantenere la promessa» apre così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni il suo colloquio con Il Tempo anticipando i contenuti di quanto oggi, con i colleghi delle altre regioni e degli enti locali, spiegherà ai senatori. Anche se il presidente è pronto a fumare il calumet della pace con il ministro Tremonti. «L'ammissione di alcuni errori nell'impostare la manovra mostrano la sua disponibilità a mediare. Ma gli errori correggiamoli insieme» aggiunge il presidente Formigoni. La crisi però morde. E i tagli necessari. Siamo tutti d'accordo sul fatto che ognuno deve fare la propria parte di sacrifici. Quello che penso è che la quota imposta a Regioni ed enti locali sia troppo elevata. C'è il rischio concreto che da gennaio, ad esempio, i pendolari che usano i treni locali e raggiungere il posto di lavoro restino a piedi. Sembra un po' esagerato. Passo ai numeri. I trasferimenti statali per pagare i treni nelle regioni ammontano a 1900 milioni di euro. La manovra ne taglia il 70%. Dunque rinunciamo a 1500 milioni. Restano 400 milioni. Assolutamente insufficienti a remunerare i servizi di Trenitalia. Dunque? O tagliamo le linee. Oppure porteremo i contratti stipulati con le Ferrovie dello Stato a Palazzo Chigi. Ci penseranno loro. Insomma alla fine il colpevole è sempre il ministro dell'Economia? Non cerchiamo colpevoli. Mi auguro solo che la collegialità del governo non si faccia commissariare dal ministro dell'Economia. Alfano ha assunto con noi l'impegno di dimezzare i tagli. E portarli da 6 a tre miliardi. Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Bene. Ma servono proposte alternative perché i soldi in un modo o nell'altro vanno reperiti. Lo vendereste il Pirellone? Se il riferimento è all'articolo apparso ieri su Il Giornale che sollecita le Regioni a dismettere i patrimoni immobiliari dico che è una proposta da incompetenti. La nostra politica sugli immobili è quella consigliata dagli economisti di tutto il mondo: meglio essere proprietari delle sedi che affittarle. I numeri? Nel Palazzo Lombardia abbiamo concentrati tutti gli uffici dell'amministrazione e a disposizione dei cittadini. L'abbiamo acquistato. Prima spendevamo ogni anno 27 milioni di euro in affitto. Oggi la quota di ammortamento iscritta nei conti ogni anno, per venti anni, è di 22 milioni di euro. Risparmiamo 5 milioni all'anno. Basta avere cognizioni di ragioneria minime per capire. Passiamo allora alle misure alternative che oggi proporrete ai senatori per allentare la stretta sui di voi? Quella di oggi a Palazzo Madama è un'offensiva basata sull'informazione per dimostrare che questa manovra è squilibrata a svantaggio dei cittadini. Così ad esempio il ministero dell'Economia guardi meglio nella sua pubblica amministrazione dove ci sono ancora sprechi. In Lombardia ho dimezzato i dirigenti e tenuto solo 12 auto blu. Per le spese di funzionamento spendiamo solo il 9% del bilancio. Le altre regioni arrivano al 15%. Alcuni ministeri arrivano al 30%. Con una cura di efficienza si potrebbero risparmiare altri 7 miliardi di euro. Bastano? È solo una delle cose che si potrebbero fare. Ho consigliato di mettere in vendita il patrimonio immobiliare dello Stato. Prima di mettere le mani addosso a noi lo Stato le metta addosso a se stesso. E poi ci sono aziende che possono essere vendute. Ad esempio il 49% delle Poste italiane. E la Rai. Basterebbe tenere un canale radiofonico e uno televisivo per il servizio pubblico e liquidare il resto sul mercato.