Calderoli si schiera con Berlusconi
Roberto Calderoli corre in soccorso del premier. E se da una parte Silvio Berlusconi, intercettato al cellulare, si era lasciato sfuggire un commento sull'Italia («è un paese di m...) al quale, la notte scorsa da Parigi, ha aggiunto che «noi disponiamo di una stampa di sinistra e di un'opposizione anti-italiane», dall'altra il ministro leghista non ha perso occasione per rincarare la dose: «Condivido al 100% la valutazione telefonica e quella notturna espressa dal premier sul Paese ed è proprio per questo che vogliamo cambiare l'Italia perché se ne debba essere orgogliosi e non vergognarsene». Così, il ministro della Semplificazione, raramente riluttante all'uso di termini un po' forti, si schiera dalla parte del presidente del Consiglio per quanto riguarda la sua valutazione rispetto all'anti-italianità da parte degli organi di informazioni, «al punto che oggi (ieri, ndr), su alcuni di loro, si antepone una valutazione dubitativa da parte di un oscuro portavoce di un commissario europeo nominato e non eletto da nessuno, rispetto alla valutazione positiva espressa dal portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel», ma al tempo stesso non si sente di appoggiare le dure critiche del Cav a riguardo della sinistra: «Dissento invece rispetto alla criminalizzazione delle opposizioni, perché‚ in un sistema diverso, dove le opposizioni responsabilmente non guardassero solo al loro tornaconto elettorale, ci sarebbe molto da costruire...». Tutto in tipico stile leghista. Una mano tesa al premier e una strizzata d'occhio a chi siede dalla parte opposta del Parlamento. Un sistema che lo stesso Calderoli ha testato più volte durante tutta la discussione dei decreti attuativi sul federalismo fiscale, molti dei quali, proprio per la grande abilità di mediazione del ministro, sono stati votati con parere unanimemente positivo. Eppure è la stessa opposizione a trasformare le frasi di Berlusconi in una vera e propria polemica mediatica. Non si «stupisce» il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani anche se una scossa gli corre per la schiena: «Rabbrividisco! Io penso di vivere in un Paese meraviglioso». Un po' meno soft il commento del leader dell'Idv, Antonio di Pietro, che riferendosi al paragone del premier si indigna: «Siccome l'Italia non è come la descrive Berlusconi, evidentemente si era guardato allo specchio e descriveva se stesso...». «È la conferma che ha lavorato per rendere l'Italia un Paese senza speranza, ma se vuole andarsene ci lascia la speranza» si augura il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Ed anche Aldo Di Biagio, deputato Fli auspica una sua veloce uscita di scena. «Dopo 17 anni di era berlusconiana era inevitabile la deriva di liquame del Paese». E sull'ipotesi dello stesso premier di lasciare l'Italia, il parlamentare finiano commenta: «Ottima soluzione ma lo facesse presto».