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Manovra, senza scampo chi evade

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

Napolitano: subito l'approvazione

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Gli evasori non avranno più scampo. È in arrivo un meccanismo per scovarli. Il gettito sarà superiore a 2 miliardi. Giornata nera ieri sui mercati: Piazza Affari la peggiore. Lo spread oltre 300 punti. La lotta all'evasione sarà più dura e farla franca sarà davvero difficile. Al Tesoro è allo studio un meccanismo per rafforzare la caccia ai furbi del fisco in modo da garantire un gettito superiore di gran lunga alla stima pari a 1,5 miliardi prevista per le attuali misure.   Si tratta di un sistema a tenaglia, un vera vera e propria rete dalle maglie molto strette. Il Tesoro avrebbe già mandato un messaggio ufficioso al Parlamento. Per la serie: se non si fa così niente soldi e le Camere devono pesarci dieci volte prima di emendare. Il meccanismo è semplice quanto efficace. Dall'incrocio dei dati di redditometro, spesometro e monitoraggio sul conto in banca, si chiude il cerchio sul contribuente. Da questo screening eemrge quanto spendi, quanto hai in banca e quanto hai dichiarato. Insomma non si salva nulla. Se qualcosa non quadra l'accertamento diventa automatico e l'onere della prova di fatto si inverte. Come fai a dimostrare che hai uno yacht con 20 mila euoro di reddito e 500 mila euro in banca? Qualcosa non quadra. Su questo punto si fa notare al Tesoro, nella task force che ci sta lavorando, che le stime sulla tax compliance sono di gran lunga superiori rispetto all'1,5 miliardi preventivato finora per la voce lotta all'evasione. Il disallineamento tra il conto in banca e le dichiarazioni dei redditi dà luogo a procedure d'incrocio automatico dei dati e alla crazione di liste di contribuenti ad hoc che avranno un accertamento automatico. Questo meccanismo oltre ad assicurare un ampio gettito, chiuderebbe anche la bocca a quanti da Bruxelles e dintorni hanno sollevato dubbi sull'affidabilità della lotta all'evasione che, dicono, non dà un gettito quantificabile con esattezza. Altra novità, il condono non ci sarà. Per far quadrare i conti, la manovra non conterrà nessuna sanatoria. A mettere le cose in chiaro, dopo la polemica scatenata dall'opposizione, è lo steso ministro dell'Economia. Giulio Tremonti è tranchant: «il governo non ha intenzione di non procedere a nessuna misura di condono, poichè si tratterebbe di un intervento una tantum che genera introiti di cassa ma che non modifica l'assetto della finanza pubblica». «Sussiste l'esigenza - ha osservato Tremonti - di evitare interventi singoli di rimpatrio di capitali che forniscano un gettito solamente una tantum procedendo pertanto con attenzione e prudenza».   Quanto alle relazioni con la Svizzera relative alle controversie fiscali, il ministro ha fatto rilevare che «la posizione italiana è da sempre quella di rispettare il quadro normativo dell'Unione europea e di procedere in armonia con quanto previsto da altri partner europei» .Ieri Tremonti ha sottolineato che «nella manovra economica non c'è un eccessivo squilibrio della componente fiscale rispetto ai tagli alla spesa. La proporzione inizialmente prevista viene infatti mantenuta e confermata, ove si consideri che il contributo di solidarietà viene sostituito da misure prettamente fiscali, quantunque nella loro gestione vengano inclusi i governi locali».   Intanto il relatore e presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, conta di finire entro oggi e rispettare i tempi previsti per l'approdo in Aula il 6 settembre. In serata un emendamento approvato in commissione, prevede nel caso in cui i ministeri non raggiungano gli obiettivi di risparmio previsti che per reperire le risorse si ricorrerà non più al differimento delle tredicesime in tre rate annuali posticipate ma a un taglio del 30% dei bonus dei dirigenti responsabili delle pubbliche amministrazioni. Dalla Germania arriva una manifestazione di fiducia che il governo italiano rispetterà le promesse. Il portavoce del cancelliere tedesco Angela Merkel, Steffen Seibert, ha detto: «sono sicuro che l'Italia adotterà le misure in modo da rispettare le promesse a proposito del volume dei risparmi e dei corrispondenti effetti sul budget».

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