La crisi Usa affossa le Borse Piazza Affari maglia nera
Ancoraun venerdì nero per le borse europee. Un mix di fattori ha riacceso la speculazione sui mercati, nessuno escluso. I listini erano già partiti in negativo sull'onda dell'annuncio del ministro greco dell'economia Evangelos Venizelos che l'obiettivo di deficit pubblico per il 2011 sarà rivisto al rialzo. Ma sono precipitati in picchiata quando dagli Stati Uniti è arrivato il dato sulla disoccupazione. In agosto non è stato creato alcun posto di lavoro, a fronte degli 80mila previsti dagli analisti. Si tratta del peggior dato dal settembre 2010. Il rischio che la maggiore economia mondiale precipiti in recessione è più che mai reale e a questo si aggiunge il pericolo che l'euro possa saltare o almeno possa venire ridimensionato con l'uscita di alcuni Paesi in gravi difficoltà, come la Grecia. Per l'Italia a questo mix esplosivo si aggiunge il fattore incertezza legato alla manovra economica. Da Bruxelles e Francoforte giungono nuove sollecitazioni a stringere i tempi, a rispettare gli impegni presi e a non contare troppo sugli introiti che dovrebbero arrivare dalla lotta all'evasione. «Siamo preoccupati nel vedere un eccessivo affidamento» sui risultati attesi dalle iniziative destinate a combattere l'evasione fiscale e recuperare gettito, ha messo oggi in guardia Amadeu Altafaj, portavoce del commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn, parlando delle ultime modifiche apportate al pacchetto di interventi collegati alla manovra. «L'efficacia» delle misure prese in questo settore, ha aggiunto il portavoce, «è sempre molto difficile da valutare e prevedere» in termini di impatto sul bilancio. La Commissione, ha ribadito Altafaj, segue attentamente l'evolversi del dibattito parlamentare ed esprimerà il suo giudizio «ufficiale» sulla manovra solo una volta che sarà definitivamente approvata. Ma oltre ai dubbi sugli effetti degli interventi contro gli evasori, Bruxelles ricorda che nella stesura finale del pacchetto «le misure per la crescita e lo sviluppo dovranno essere più rilevanti e riguardare, ad esempio, ulteriori liberalizzazioni nei cambi dei servizi pubblici locali e delle professioni». E dopo alcuni giorni di silenzio sull'evoluzione della manovra è tornata a farsi sentire anche la Bce. Il suo presidente Jean-Claude Trichet ha sottolineato come sia «essenziale che gli obiettivi annunciati» in materia di risanamento dei conti «siano pienamente confermati e concretizzati». Tutto ciò, per Trichet, è «decisivo per consolidare la qualità e la credibilità della strategia italiana». Intanto da Cernobbio l'ex commissario europeo Mario Monti ha sottolineato la necessità di fare chiarezza sugli interventi. Il risultato di questo magma incandescente è stato l'impennata dello spread tra il Btp e il Bund tedesco che ha raggiunto la quota record di 330 punti (poi ha chiuso a 227,6) tornando ai livelli pre intervento Bce. Una corsa che nemmeno Francoforte, che ha continuato ad acquistare titoli del debito italiano, è riuscita a bloccare. Il rendimento è così salito al 5,28%. La distanza, a sfavore dell'Italia, è aumentata anche rispetto al «meno prestigioso» Bonos spagnolo. E questo nonostante i bond di Madrid si siano allontanati da quelli tedeschi (a 311 punti). Sarebbe, infatti, più giusto dire che è stata la Germania a prendere le distanze, visto che i dati Usa hanno fatto scattare un'ondata di acquisti sui suoi titoli, portando il Bund a 10 anni a un nuovo minimo dall'introduzione dell'euro. Il titolo è, infatti, percepito come un «bene rifugio», al pari dell'oro, che ha visto il prezzo salire fino a 1.875 dollari l'oncia, e del franco svizzero. Con il balzo messo a segno dallo spread, che secondo alcune piattaforme non ufficiali è salito addirittura a livelli superiori ai 227 punti, si torna, dunque, indietro di settimane, più precisamente all'8 agosto, cioè a quando la Banca centrale europea aveva iniziato ad acquistare titoli di stato italiani ed europei. In Borsa è stata una catastrofe. Milano è il peggiore tra i principali listini del Vecchio Continente, in chiusura perde il 3,89%. In una giornata sono andati in fumo 13,2 miliardi di euro di capitalizzazione. In Europa la perdita è stata di oltre 186 miliardi di euro. Francoforte ha ceduto il 3,36%, Parigi il 3,59% e Londra il 2,34%. L.D.P.