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"Fini è pronto a scendere in campo"

Italo Bocchino

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Italo Bocchino resuscita Gianfranco Fini. Il leader di Futuro e Libertà è ormai assente da quasi un mese dalla scena politica. Nessuna dichiarazione, nessun intervento. E il settimanale «Chi» lo ha fotografato nei giorni scorsi all'isola di Giannutri dove stava facendo un'immersione. Ma il vicepresidente di Fli, aprendo la festa tricolore di Mirabello intervistato dal direttore de «Il Tempo» Mario Sechi ha rassicurato i fedelissimi del presidente della Camera che assistevano al dibattito: Gianfranco non si tirerà indietro. «Fini scenderà in campo quando ci saranno le elezioni: quando sarà il momento opportuno, scenderà in campo». Quello delle prossime elezioni, ha sottolineato, «sarà un momento di profonda crisi delle istituzioni e la gente andrà a cercare con il lumicino chi ha rispetto delle istituzioni». «Fini – ha proseguito – non avrebbe mai messo la sua firma su quel provvedimento», facendo riferimento alla parte della manovra economica che conteneva il riscatto degli anni di militare e di studio universitario per il raggiungimento della pensione. E se Fini è pronto a scendere in campo un riavvicinamento con il Pdl sarà possibile solo quando Berlusconi si sarà fatto da parte. «Tra Fli e il Popolo della Libertà – ha sottolineato Bocchino – corrono divergenze parallele. Parallele perché il binario che percorriamo è nella stessa area alternativa alla sinistra; divergenze perché l'elemento che genera divergenza è Silvio Berlusconi». Nel Pdl, ha proseguito il vicepresidente di Futuro e Libertà «non c'è stato un elemento di discontinuità. Berlusconi dà le carte e Alfano dimostrerà di essere il segretario il giorno in cui caccerà Cosentino». Per Italo Bocchino l'avversario da abbattere è sempre il Cavaliere: «Il governo è clinicamente morto, è in una situazione di accanimento terapeutico voluto da Berlusconi che si è arroccato a Palazzo Chigi». «È un esecutivo ormai allo sbando – insiste – la maggioranza non ha la capacità di avere una linea chiara in politica economica, Tremonti è stato esautorato. Ci vorrebbe senso di responsabilità e apertura alle proposte dell'opposizione ma non sappiamo se il governo sia disposto ad ascoltarla o meno». Infine un passaggio sul referendum per abrogare la legge elettorale Calderoli, per il quale si stanno raccogliendo firme in molte città d'Italia. Per Bocchino rappresenta una sorta di «stimolo ai partiti e al Parlamento» affinché si faccia una nuova legge in materia. «Futuro e Libertà ritiene che la legge elettorale attuale debba essere modificata. Questo non significa che la soluzione migliore sia il ritorno al "Mattarellum", né significa che questo referendum sia lo strumento adatto per cambiare la legge». Ad ogni modo, ha proseguito Bocchino, «lo valutiamo positivamente come stimolo ai partiti e al Parlamento affinché si faccia una legge elettorale che garantisca, soprattutto, agli elettori di poter scegliere gli eletti che oggi vengono, invece, definiti e determinati dai leader dei partiti».

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