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Le parole magiche sono: lotta all'evasione

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Dalì i tecnici del Tesoro sono convinti di tirare fuori i soldi che mancano ancora per pareggiare i conti della Manovra-bis. Un lavoro frenetico per presentare la proposta oggi in Senato all'interno del maxiemendamento del governo, dopo che ieri nell'incontro tra il ministro Roberto Calderoli e il suo collega al welfare Roberto Calderoli è stato deciso di ritirare il pacchetto sulle pensioni. Contro la soppressione del riscatto del servizio militare e degli anni di laurea ai fini del calcolo previdenziale si erano rivoltati sindacati e categorie. Ma soprattutto si è capito che sarebbe stato un provvedimento anticostituzionale. Quindi, a meno di 48 ore dall'annuncio, è stato cancellato. Ora però restano da trovare le risorse per tappare la falla di circa un miliardo e mezzo che si è aperta nel gioco delle coperture. E il governo sa che bisogna farlo in fretta, perché il termine per la presentazione degli emendamenti era stato fissato a ieri e perché l'Europa ci tiene sotto stretta osservazione. Così i tecnici del Tesoro da ieri stanno lavorando per trovare le nuove coperture e presentare il provvedimento entro stamani direttamente in commissione Bilancio al Senato. L'entrata maggiore – al ministero dell'Economia ne sono convinti – arriverà proprio dalla lotta all'evasione fiscale. Un provvedimento che del resto era già previsto nel pacchetto di emendamenti che erano stati preparati nel vertice di Arcore di lunedì e al quale potrebbe essere aggiunto un concordato fiscale ma anche misure più dure per chi evade, come il carcere. Il «cuore» sarà la lotta alle società di comodo e del cosiddetto abuso di diritto, il comportamento attraverso il quale i contribuenti, soprattutto aziende, cercano le soluzioni fiscali più vantaggiose. Dati su quanto può arrivare da questa soluzione non ce ne sono ma potrebbe non essere un gettito troppo elevato. Il peso concreto dell'elusione nei casi scoperti di evasione nel 2010, secondo la Guardia di Finanza, è basso: 3 miliardi di euro su 50 complessivi nel 2010. Quanto alle società di comodo (scatole vuote utilizzate come paravento spesso tra i beni di lusso e il contribuente), che alcune stime valutano in 35 mila imprese, il Fisco ha introdotto un sistema di norme apposito per contrastarne l'utilizzo. E bisogna ricordare che, secondo alcune stime, il 64 per cento degli yacht è intestato a società fittizie o a prestanome. Il «tesoretto» sottratto al Fisco tra evasione e sommerso vale circa 120 miliardi. Lo Stato ha aumentato, di molto, l'attività di recupero, che è salita ogni anno: nel 2010 ha superato 10,5 miliardi (erano stati 9,1 nel 2009) che diventano oltre 25 considerando anche le minori compensazioni di crediti d'imposta e contributi Inps. E che la lotta all'evasione possa essere la strada principale per il Governo lo ha sostenuto anche l'ex governatore della Banca d'Italia Mario Draghi a giugno scorso nella sua ultima relazione: «La riduzione delle percentuali di prelievo sui cittadini andrebbe compensato con ulteriori recuperi di evasione fiscale in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l'amministrazione fiscale ha recentemente conseguito». Basterà solo questo a riportare i saldi della Manovra in pareggio? Sicuramente bisognerà andare a «rosicchiare» da qualche altra parte. Potrebbe essere ancora una volta giocata la carta dell'aumento dell'Iva, facendola passare dal 20 al 21 per cento, anche se è una misura di cui Giulio Tremonti non vuole assolutamente sentir parlare. Ma si cercherà probabilmente anche di «limare» qualcosa aumentando le accise sui tabacchi, sui giochi e su qualche altro bene di lusso. Una proposta arriva anche dal viceministro alle Infrastutture e ai Trasporti Roberto Castelli: «Da un mese il ministero dell'Economia e delle Finanze ha ricevuto la bozza di Dpcm di attuazione della riscossione di pedaggi sulle tratte autostradali ancora gratuite. L'attuazione di questa norma di legge consentirebbe già dal 2012 un gettito di almeno 350 milioni di euro annui».

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