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Sparisce la super-Irpef. Sull'Iva intesa vicina

Il premier Silvio Berlusconi (S) con Umberto Bossi

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L'obiettivo è uno solo, riconquistare il ceto medio. Cioè tutti quei cittadini che leggendo i provvedimenti usciti dalla bozza sulla manovra del governo si sono visti nuovamente precipitare nel baratro degli umiliati e tartassati. A quella classe media stanno guardando Pdl e Lega per cercare di modificare in qualche modo il decreto e renderlo digeribile. Ed è pensando a questo obiettivo che i due partiti  della maggioranza sono riusciti a trovare un punto di incontro tra posizioni che fino a qualche giorno fa sembravano inconciliabili. Il suggello a un accordo ormai praticamente fatto lo metteranno Berlusconi e Bossi nel vertice che avranno domani pomeriggio ad Arcore, subito dopo la riunione della direzione della Lega. Lo ha detto chiaramente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «L'intesa è vicina. Sarà perfezionata, con tutta probabilità da Berlusconi e da Bossi nel loro incontro. È un'intesa che rispetta quei due paletti fondamentali, che sono tempi rapidi e saldi invariati». Bonaiuti ha anche spiegato quali sono i provvedimenti che potrebbero cambiare la Manovra: «Quello che appare è il salvataggio dei piccoli comuni, il demandare la questione delle Province, soprattutto, ad un disegno costituzionale più ampio, che includa tutta la riforma dell'architettura istituzionale, con dentro anche il dimezzamento dei parlamentari, e anche la revisione del contributo di solidarietà». «I mercati, l'Europa – ha proseguito – la crisi globale che stiamo attraversando, ce l'hanno imposta questa manovra. Faccio notare che è stato messo sotto accusa addirittura il debito americano. Una cosa che non si è mai vista. Ancora ieri la Germania ha dovuto fronteggiare voci che dicevano – e non era vero – che il suo indice di fiducia da parte delle agenzie internazionali stava calando». Il Carroccio, da parte sua, l'ha avuta vinta sulla riforma della previdenza che non verrà toccata. L'innalzamento dell'eta pensionabile sarà un capitolo che la coalizione affronterà in un periodo di maggior serenità. Il segretario del Pdl Angelino Alfano continua a ripeterlo a chiunque gli parli: la Lega è contraria, ha chiuso qualsiasi spazio di trattativa, non possiamo andare a scontrarci con un alleato. Dunque non si fa. Via invece il contributo di solidarietà che verrà tolto o al massimo lasciato solo sopra la soglia dei 200 mila euro. E del resto si sa che è una misura che non è mai piaciuta a Berlusconi. Via anche buona parte dei tagli agli Enti locali. Prima di tutto quelli per i piccoli Comuni al di sotto dei mille abitanti, poi quelli delle Province. Anche su questo Berlusconi ha spiegato più volte come la pensa: o si sopprimono tutte o nessuna. Altrimenti diamo l'idea di aver combinato un pasticcio. In dirittura d'arrivo, invece, l'aumento di un punto in percentuale dell'Iva che servirebbe a mettere d'accordo Pdl, Lega e Tremonti. Le maggiori entrate, infatti, sarebbero destinate in parte a coprire le richieste di modifica della Lega (per ridurre i tagli agli enti locali) in parte quelle del Pdl (per ammorbidire il contributo di solidarietà) e in parte per ottenere il sì di Giulio Tremonti. Il ministro dell'Economia, infatti, non sarebbe contrario ad un ritocco dell'Iva, ma preferirebbe non farlo ora. A suo giudizio il rischio di «stagflazione» (aumento dell'inflazione con bassa crescita) sarebbe reale in questa fase congiunturale. Per il titolare del Tesoro, quindi, sarebbe meglio rinviare l'incremento dell'imposta ad un secondo momento, quando cioè si realizzerà la delega fiscale. In sostanza per usare il gettito aggiuntivo come cassa sia per realizzare la riforma fiscale sia per attenuare l'impatto della riforma assistenziale, con i conseguenti tagli al welfare. Ma parte dei maggiori introiti potrebbe essere destinata proprio a un fondo da dedicare alla riforma a cui pensa Tremonti. Il dubbio di molti è che comunque le entrate dall'Iva (circa 4 miliardi di euro) potrebbero non bastare a finanziare tutti e tre gli interventi. Ecco perché Pdl e Lega stanno lavorando anche a una tassa sull'evasione e sui grandi patrimoni. Perché l'obiettivo è recuperare il ceto medio e tranquillizzarlo su una manovra che dovrebbe avere come faro la «giustizia sociale».

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