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segue dalla prima di PAOLO ZAPPITELLI E alla fine, dopo sette ore di vertice allargato, al quale ha partecipato tutto lo stato maggiore della Lega, i capigruppo di Pdl e Carroccio di Camera e Senato, il capogruppo di Popolo e Territorio, il s

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Ecco,quello era suo chiodo fisso, la sfida che voleva condividere con gli alleati. E così è stato. Ha dovuto convincere il suo ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, con il quale in queste ultime settimane era sceso il gelo. C'era da togliere quel contributo di solidarietà che tanto aveva spaventato il ceto medio e c'era da togliere anche quell'aumento di un punto di Iva che imprenditori e consumatori avevano bocciato perché visto come un freno ai consumi. Berlusconi ha ascoltato, mediato, convinto. E il risultato è stata una manovra che cambia in buona parte il testo che era uscito dal consiglio dei ministri. In questa settimana verrà «riempita» di cifre e contenuti e poi verrà presentata in aula al Senato al momento delle discussione come maxiemendamento del governo. E non è escluso che a questo punto venga posta la fiducia. «Sì, sono contento – commenta a vertice concluso il premier – siamo riusciti a non mettere le mani nelle tasche degli italiani, a non aumentare le tasse. Non abbiamo neppure alzato l'Iva perché abbiamo trovato le coperture sufficienti. E la legge per l'abolizione delle Province sarà subito incardinata in Parlamento». L'innalzamento dell'Iva probabilmente farà parte del pacchetto di modifiche che Giulio Tremonti si tiene per la riforma del Fisco da fare nei prossimi mesi. Nel vertice, a quanto hanno raccontato i partecipanti non ci sono stati particolari momenti di tensione, anche se Bossi se ne è andato prima della conclusione. Ma è stato, spiegano, solo perché doveva andare in ospedale per un controllo al gomito. «Abbiamo discusso, certo – racconta Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio – ma sempre in maniera pacata. E alla fine abbiamo dimostrato che questa è una coalizione unita, che riesce a mettersi d'accordo». Già perché alla fine tutti hanno dovuto cedere su qualcosa. La Lega ha accettato il taglio delle Province ma l'ha spuntata sul no alla riforma previdenziale; il Pdl ha evitato nuove tasse e Tremonti si è visto accontentare sul no all'aumento dell'Iva. «Giulio si è ammorbidito dopo pranzo», racconta uno dei partecipanti. Già perché ad Arcore il padrone di casa ha fatto preparare un menu a base di pasta al ragù, pesce e per finire una crostata. Che rievoca patti di lettiana memoria.

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