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I Comuni restano in allerta: «Serve la bicameralina»

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Giàperché se «mezza buona notizia» è arrivata con la decisione del governo di non cancellare i piccoli Comuni, per quel che riguarda gli altri provvedimenti contenuti nella nuova manovra riscritta ad Arcore da Pdl e Lega, non tutto è chiaro. E alcune delle richieste che lunedì hanno portato circa due mila primi cittadini a sfilare in corteo a Milano, ancora restano in piedi. È la riunione straordinaria del consiglio direttivo dell'Anci convocata ieri a Roma che detta la strategia. «Fino a lunedì - ha spiegato al termine dell'incontro il presidente Osvaldo Napoli - la situazione per i Comuni e gli enti locali era estremamente penalizzante e prendeva di mira in modo particolare i comuni che erano colpevolizzati ingiustamente. Poi dopo le modifiche le prospettive sono cambiate. Apprezziamo le aperture del governo sulla riduzione dei tagli che per i Comuni passano da 1,75 miliardi a 850 milioni. Crediamo - ha aggiunto - che ci possano essere degli spazi per miglioramenti e lavoriamo per questo». I «miglioramenti» riguardano principalmente gli articoli 16 e 4 della manovra (che riguardano rispettivamente l'abolizione dei Comuni sotto i mille abitanti e l'obbligo di cedere le partecipate - «venderle adesso significherebbe svenderle», chiosa Napoli): secondo l'Anci le modifiche non bastano, vanno stralciati. I rappresentanti dei Comuni hanno annunciato che scriveranno una lettera al presidente Brerlusconi e ai ministri Tremonti, Maroni e Calderoli per chiedere un «incontro urgente» e l'istituzione di una «bicameralina» per il riordino istituzionale di tutta la normativa sugli enti locali. «Abbiamo avuto l'impegno del ministro Maroni a istituire su nostra proposta - ha spiegato il vicepresidente dell'Anci Graziano Delrio - una commissione congiunta tra Comuni, Province e Regioni per definire in tempi rapidissimi il riordino istituzionale che si fa non con un decreto legge ma nelle sedi opportune e consultando gli addetti ai lavori». Il giudizio sulla manovra, insomma, riassume il sindaco di Roma Gianni Alemanno «rimane sospeso perché non sappiamo dove si fermerà la pallina». In effetti, se una riduzione di 2,9 miliardi dei tagli agli enti locali c'è stata, non si sa ancora come verrà ridistribuita. Incerta anche la normativa che regola i maggiori poteri attribuiti ai Comuni per quel che riguarda la lotta all'evasione: «Dobbiamo aspettare il testo della manovra, per capire di più - spiega Napoli - Finora tratteniamo il 33% di quanto recuperato, adesso ci dicono che potremmo trattenere tutte le entrate. Non sarà facile però controllare l'evasione senza avere la possibilità di un controllo incrociato con le banche dati degli uffici delle imposte. Bisognerebbe istituire qualcose di nuovo, quali strumenti verranno dati ai Comuni per indagare?». La manovra, insomma, è tutta da definire. E la battaglia dei sindaci continua. Na. Pie.

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