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E pure i magistrati "piangono miseria"

Palazzo di Giustizia

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Non potevano mancare i magistrati al coro di chi contesta la nuova manovra riscritta nel vertice di Arcore del centrodestra. Le toghe criticano il contributo di solidarietà che nel testo modificato è rimasto solo a carico dei calciatori e dei dipendenti della Pubblica amministrazione. Per questo anche loro minacciano uno sciopero: tagliare gli stipendi nel solo settore pubblico ai dipendenti che guadagnano 90mila-150mila euro è «incostituzionale». «È del tutto evidente l'incostituzionalità di una disposizione con la quale si opera una decurtazione secca del trattamento economico solo dei dipendenti pubblici, in violazione dei principi di eguaglianza e di progressività del sistema fiscale, scrive il Comitato intermagistrature, che coordina l'Associazione nazionale magistrati e le principali sigle rappresentative della magistratura contabile e amministrativa, tra cui l'Avvocatura dello Stato. «Come dargli torto: è una violazione elementare del principio di uguaglianza», fa notare il costituzionalista Michele Ainis, ordinario di diritto pubblico all'università Roma Tre. Non solo. La manovra ha un altro «punto debole», o meglio un'«altra ferita»: l'aver escluso i periodi di laurea o di servizio militare dal calcolo degli anni necessari a raggiungere l'anzianità contributiva. «In questo caso - spiega Ainis - si va a ledere un principio non scritto, ma che si può trarre dall'articolo 2 della Costituzione, e al quale la Corte Costituzionale ha fatto riferimento più volte in passato per bocciare una legge: è il principio dell'affidamento. Io cittadino devo potermi fidare delle promesse del legislatore, mentre una previsione retroattiva come quella sulle pensioni è un tradimento delle promesse del legislatore». Il preannunciato emendamento al decreto varato dal governo all'inizio di agosto – rincara il costituzionalista Ainis – è un ulteriore vulnus: «Rispetto alla manovra dello scorso anno, il decreto andava a sanare la discriminazione che c'era già stata nel 2010 con il prelievo a carico dei soli dipendenti pubblici. Si era pensato infatti a una tassazione per tutti i lavoratori, privati e statali. Con queste ultime modifiche alla manovra scompare la toppa ma rimane la ferita». Sulla mailing list dei magistrati le critiche si sprecano, e c'è anche chi si indigna perché se si parla di diritti acquisiti, come il riscatto del periodo di leva o degli anni universitari, il risultato è che ad essere preservati sono soltanto coloro che si sono serviti del condono fiscale per il rientro dei capitali in Italia. Il Comitato intermagistrature, con una nota, preannuncia sulla manovra un'opera di «sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui temi della funzionalità del sistema giudiziario». In particolare, sul cosiddetto contributo di solidarietà i sindacati delle toghe ribadiscono «assoluta contrarietà» a «misure che incidono unicamente sul pubblico impiego senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato e le fonti di spreco delle risorse più volte segnalate». E ancora: «Partecipare consapevolmente allo sforzo di risanamento richiesto al Paese non significa accettare l'iniquo mantenimento dei tagli alle retribuzioni pubbliche, già previste, estendendone la disciplina a tutto il settore del lavoro dipendente».

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