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Bersani e Casini: Manovra "pessima"

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani (S) con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini

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«Con il patto di Arcore, i conti tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più». Il giorno dopo, il bilancio della manovra è negativo per Pier Luigi Bersani. Le modifiche annunciate dal governo alla manovra non migliorano il quadro, semmai lo peggiorano. Ne è convinto anche Pier Ferdinando Casini: «Così com'è la manovra è pessima», tuona, prima di definire «truffaldino» l'intervento sulle pensioni. Mentre Antonio Di Pietro rispolvera il suo linguaggio più duro per bocciare la manovra: è un piano «omicida». Di certo gli "aggiustament" della maggioranza non vanno nella direzione sperata e auspicata dall'opposizione. Ma c'è di più: «È evidente che i conti non tornano», afferma il leader Udc, che assieme al Pd denuncia a gran voce come i nuovi interventi facciano mancare 4 o 5 miliardi all'obiettivo del pareggio di bilancio. «Penso ci saranno novità», scommette Casini. Perchè così l'impianto complessivo non regge. Ad aggravare ancora le cose, c'è anche che per capire come è cambiata la manovra «bisogna essere dei rabdomanti - dice Bersani - perchè non abbiamo visto nessun emendamento». «Si naviga a vista e si lavora sulle sabbie mobili», dichiara sconsolata Anna Finocchiaro, che avverte che il Pd non è disposto a «parlare di fuffa e perdere tempo». Dunque l'ultimatum: «Il governo scopra immediatamente le sue carte - avverte la capogruppo democrat al Senato - altrimenti il Pd non inizierà alcuna discussione in commissione». E allora, se il segretario Pdl Angelino Alfano invita a far «prevalere l'interesse del Paese» sulle «polemiche», Finocchiaro replica: «Siamo noi a chiedere responsabilità alla maggioranza». E Casini: i centristi faranno «di tutto per migliorare» questa «pessima» manovra ed «evitare guai peggiori», ma «finora - mette a verbale il leader centrista - è stato solo un dialogo all'interno della maggioranza». Allo stato, ad ogni modo, «i conti tengono ancora meno, le ingiustizie pesano ancora di più», sentenzia il segretario Pd Bersani, mentre i suoi notano come si facciano pagare «sempre i soliti noti». Nel patto di Arcore la maggioranza ha deciso, osserva Bersani, che «non si può rompere il patto con evasori ed esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il Paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea». Un attacco, quest'ultimo, diretto principalmente all'intervento sulle pensioni, sul quale anche Casini è durissimo. «Questa non è una riforma ma un pasticcio», è una cosa «truffaldina», dice il leader centrista, che critica anche lo stralcio del taglio delle province. «L'accordo di maggioranza sulla manovra è un colossale bluff che sarà presto smascherato», avverte dal Terzo polo anche Italo Bocchino (Fli). Perchè «i mercati non sono stupidi e non si fanno ingannare», nota Linda Lanzillotta (Api). «Il governo Berlusconi ha messo a punto una manovra omicida dello Stato sociale ed ha preso in giro gli italiani», è il giudizio tombale di Antonio Di Pietro. «Attendiamo gli amici di Arcore alla prova dei fatti in Parlamento per vedere se davvero vogliono il dialogo. Per ora ci limitiamo a dire che la manovra proposta è inaccettabile».

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