Via la supertassa. Pdl e Lega più vicine
L’accordo è vicino. Molto vicino. Pdl e Lega, dopo giorni di attrito, sembrano essere arrivati a una condivisione dei provvedimenti da introdurre nella Manovra-bis. Almeno negli argomenti più spinosi, dalle pensioni Almeno negli argomenti più spinosi, dalle pensioni alla tassa sull'evasione al contributo di solidarietà. Roberto Calderoli ieri sera – dal palco della Berghem Fest di Alzano Lombardo alla quale hanno partecipato anche il ministro degli Interni, Roberto Maroni e il segretario del Pdl Angelino Alfano – ha spiegato di essere pronto «con una proposta unitaria che sarà condivisa da Lega, Pdl e Responsabili alla faccia di chi ci vuole male. Non vogliamo introdurre una patrimoniale ma una cosiddetta tassa sull'evasione. È ora che paghi le tasse chi non le ha mai pagate». Parole che per una volta non si sono «scontrate» con quelle del Pdl. «Chi ha poco non paga nulla, il ceto medio deve pagare medio, chi non ha mai pagato deve prendere la mazzata – ha replicato Angelino Alfano – Il tempo della crisi non deve essere il tempo dei furbetti». Poi la proposta che trova porte aperte anche nella Lega: «Vogliamo ridurre il più possibile il contributo di solidarietà fino a immaginare una sua sostituzione con altri tipi di imposizione». E alla Lega il segretario del Pdl promette anche di rimettere nel cassetto la riforma previdenziale dopo che Roberto Maroni poco prima aveva ribadito il no a qualsiasi ritocco: «Ciascuno dentro la coalizione può avere le sue idee, ma le decisioni si prendono insieme: se la Lega non è d'accordo su questo, noi non possiamo andare in questa direzione». Infine il dimezzamento dei parlamentari: «A settembre presenteremo un progetto di riforma costituzionale per ridurne il numero». «Per una intesa definitiva su questi nodi – ha concluso – bisogna però aspettare lunedì, quando se ne occuperanno Berlusconi e Bossi». E proprio a quel vertice guarda tutta la politica. Dall'incontro non arriveranno indicazioni dettagliate su come modificare nel concreto il Decreto ma sicuramente si traccerà la strada. Berlusconi, si sa, è poco convinto dei tagli ai piccoli Comuni e alle Province («se dobbiamo eliminarle togliamole tutte e non solo qualcuna, altrimenti diamo l'idea di un gran pasticcio», ha spiegato più volte), è invece molto favorevole ad aumentare l'Iva di un punto (Tremonti è contrario ma su questo la Lega pare disposta a cedere), ed è assolutamente contrario a introdurre una patrimoniale. Dopo Bossi martedì Berlusconi si sentirà anche con Silvano Moffa, capogruppo alla Camera di Popolo e Territorio per esaminare gli emendamenti che sono stati proposti alla Manovra. Oggi, però, occhi puntati al meeting di Rimini dove per la prima volta da quando è stata varata la Manovra Tremonti parlerà in pubblico. E forse si capirà se le sue posizioni si sono ammorbidite. Dai tagli, intanto, dovrebbero salvarsi in parte gli agli Enti locali. Ieri il ministro Roberto Maroni è stato moderatamente ottimista specialmente per quanto riguarda la soppressione dei Municipi al di sotto dei mille abitanti: «C'è spazio per alleggerire i tagli – ha spiegato – spero in un azzeramento soprattutto per i Comuni». E anche il sottosegretario Gianni Letta ha rassicurato gli amministratori locali che la «mannaia» del governo sarà rivista. E il ministro Roberto Calderoli in serata ha spiegato anche dove si troveranno le risorse per salvare Comuni e Province: i tagli saranno dimezzati spostando ulteriori «dimagrimenti sui ministeri». Ma nonostante le rassicurazioni i sindaci non si sentono affatto tranquilli. Gianni Alemanno dà voce alle preoccupazioni: «Rassicurato? No. Aspetto lunedì quando incontrerò di nuovo Maroni».