Meno tasse. Ecco il contro-testo del Terzo Polo
Laproposta è stata presentata dal Terzo Polo al Senato e, secondo i loro calcoli, avrebbe come effetto una riduzione della pressione fiscale, rispetto alla proposta della maggioranza. Quest'ultima, così come è strutturata porterebbe ad un aumento delle tasse dal «42,5% al 45,2%» nel 2014, visto che, come spiega Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze del Senato di Fli, introduce «100 miliardi di nuove tasse». Mentre intervenendo davvero sui tagli di spesa come propone il Terzo Polo, la pressione fiscale si fermerebbe al «42%». Il «pacchetto» di Api, Udc, Fli e Mpa si concentra su quattro priorità: meno spesa e meno tasse, meno debito, evasione e corruzione, più crescita e coesione, più equità per donne e giovani. Oltre alla riforma delle pensioni (dal 1 gennaio 2012 in pensione con 65 anni o 40 anni di contributi e sempre dal primo gennaio equiparazione dell'età pensionabile per le donne nel settore privato), l'abolizione delle Province sotto i 500 mila abitanti, deduzioni per le famiglie fino a 3 mila euro, e una patrimoniale sopra i 10 milioni al posto del contributo di solidarietà, oltre all'asta delle frequenze tv i cui proventi sarebbero assegnati alla banda larga per il mezzogiorno. I Terzopolisti propongono di ridurre le spese della Pa (in particolare gli acquisti delle Regioni in sanità) di 16,4 miliardi di euro nel 2012, 20 nel 2013 e 25 nel 2014 e di trasformare i fondi perduti in credito di imposta, risparmiando 23 miliardi l'anno. Con i tagli ottenuti da queste due misure si può azzerare il deficit ma anche prevedere deduzioni per le famiglie e riduzione Irap per le imprese. Si spinge poi sulle liberalizzazioni con il divieto di affidare "in house" servizi a società e scioglimento di quelle esistenti. «Nel caso in cui un'amministrazione rinunci a liberalizzare - spiega Linda Lanzillotta - non potrà scaricare il costo sui cittadini con nuove tasse e tariffe». Infine un capitolo «giustizia»: Gianpiero D'Alia spiega che il Terzo Polo propone di intervenire sul processo civile con la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, obbligo del giudice a rispettare il calendario fissato per le udienze e una riforma del sistema delle notifiche civili e penali tramite posta elettronica certificata.