In commissione 1.300 emendamenti
Sono circa 1.300 gli emendamenti alla manovra bis presentati da maggioranza e opposizione in commissione Bilancio al Senato. Proposte di modifica su cui si dovrebbe iniziare a votare da domani, in attesa anche degli emendamenti del relatore che tradurranno l'intesa politica tra Pdl e Lega raggiunta ad Arcore. Oggi invece, dopo le audizioni della mattina, la commissione tornerà a riunirsi alle 18 per concludere la discussione generale sul provvedimento. Le proposte di modifica del relatore, in arrivo domani, dovrebbero rendere superata - secondo Azzollini - "oltre la metà degli emendamenti già presentati", che sono relativi a misure del decreto da cambiare o da cancellare come il contributo di solidarietà e il taglio delle Province. L'AUDIZIONE DI BANKITALIA "L'aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull'economia", ha sottolineato il vice direttore generale della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. "Da molti anni la crescita economica - ha spiegato Visco - è in Italia inferiore a quella degli altri paesi dell'Unione europea". Secondo l'esponente di Bankitalia, "la crescita del commercio mondiale difficilmente tornerà nei prossimi anni sugli elevati livelli precedenti la crisi. Rischiamo quindi una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul Pil". "L'entità della manovra non può essere ridotta, anche alla luce della sfavorevole evoluzione del quadro macroeconomico internazionale", ha sottolineato Visco. "L'attuazione delle misure - ha spiegato - andrà attentamente monitorata". "Il riequilibrio dei conti pubblici deve associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia", ha sottolineato il vice direttore generale della Banca d'Italia. "L'azione di risanamento dei conti pubblici, volta al pareggio del bilancio nel 2013 - ha spiegato Visco - rallenterà la crescita ma non ha alternative. Ogni altro scenario condurrebbe a risultati più traumatici per il nostro Paese. Le prospettive di crescita per il prossimo triennio non sono soddisfacenti. Il riequilibrio dei conti pubblici deve pertanto associarsi a una politica economica volta al rilancio dello sviluppo della nostra economia".