Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Giro di vite sulle coop rosse: allo Stato 750 milioni

default_image

  • a
  • a
  • a

Èuna delle modifiche stabilite nel vertice di maggioranza ad Arcore. «Sostituzione del contributo di solidarietà - si legge nella nota di Palazzo Chigi - con nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive nonché riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative». Persone vicino al governo, calcolatrice alla mano, parlano di 750 milioni di introito. Già ma quali sono i privilegi fiscali di cui godono le cooperative? Partiamo dalle basi: per il codice civile italiano, una società cooperativa è una società costituita per gestire in comune un'impresa che si prefigge lo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci (scopo mutualistico) quei beni o servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta. Capisaldi del sistema cooperativo sono - sarebbero - i principi di mutualità, solidarietà, democrazia. Gli utili di una società cooperativa non possono essere ridistribuiti fino a quando non sono state ricostituite le riserve indivisibili spese a copertura delle perdite. In caso contrario, decade l'agevolazione fiscale che esclude tali somme dal reddito imponibile. Fino al 2001 gli utili delle coop accantonati a «riserva indivisibile» non erano soggetti a imposte dirette. Dal 2002 questa esenzione restò solo per le cooperative sociali. Poi, nel 2004, fu proprio Giulio Tremonti, con la riforma del diritto societario, a prendere di mira le coop suddividendole in due categorie: quelle «a mutualità prevalente», che svolgono la loro attività prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi e quelle «a non a mutualità prevalente», dette «cooperative diverse», ma che rispettano comunque i criteri di non distribuzione dei dividendi e delle riserve tra i soci. Per queste ultime, più vicine a una normale azienda, l'esenzione dalla tassazione sul reddito d'impresa (Ires) è limitata al 30% degli utili (sul resto si paga) mentre per le coop a mutualità prevalente l'esenzione sale al 70%, ma a patto appunto che realizzino il 50,1% del fatturato con i soci. Nel 2007 il regime fiscale agevolato garantiva sgravi per circa 300 milioni. Un tempo roccaforte del partito comunista, la Lega delle cooperative ha via via conquistato autonomia. E il 27 gennaio 2011 è nata l' «Alleanza delle cooperative italiane», il coordinamento nazionale tra Legacoop con le centrali cattoliche dell'Agci e della Confcooperative. Le tre organizzazioni cooperative dichiarano oggi 43.000 imprese iscritte, con oltre 1 milione e centomila occupati, 12 milioni di soci, un fatturato complessivo di 127 miliardi. Mica male, insomma. Le Coop - rosse e non - accetteranno la nuova sforbiciata voluta dal ministro Tremonti?

Dai blog