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"Il Raìs ci ha violentato"

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Una delle amazzoni libiche

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Ora che il tiranno è «sotto botta», esce fuori anche la denuncia a sfondo sessuale. E questa volta sull'ipotetico «tappeto» sindacale non sono finite le «Vergini col rossetto» ma proprio lui, il tiranno violentatore e bizzarro. Almeno è quanto sostengono cinque «amazzoni» del Colonnello: le ferocissime guardie del corpo del leader libico hanno denunciato a una psicologa di Bengasi di essere state violentate dal dittatore e da uno dei suoi figli. E, contemporaneamente emergono nuove bizzarre supposizioni sulle «passioni segrete» del capo della Jamahiriya per donne in posizione di potere: dopo il segretario di Stato Condolezza Rice la sua antesignana al dipartimento di Stato, Madeleine Albright. Nota nel suo Paese per le numerose apparizioni in tv, la psicologa infantile Seham Sergewa di Bengasi in passato si è occupata delle donne stuprate in Bosnia ed è arrivata alle «amazzoni» raccogliendo testimonianze di donne violentate dalle milizie di Gheddafi. Il suo dossier sugli stupri è stato trasmesso a L'Aja, all'attenzione del Tribunale Penale Internazionale. In particolare, le «amazzoni» hanno raccontato a Sergewa di essere state prima violentate da Muammar, poi «passate» a uno dei suoi figli e ad alti ufficiali. Una di loro ha detto di essere stata costretta col ricatto a diventare una «amazzone», altrimenti il fratello, arrestato per droga, sarebbe rimasto dietro le sbarre. Poi, la giovane ha raccontato di essere stata sottoposta a un test sull'Aids da un'infermiera dell'Europa dell'Est, poi di esser stata condotta a Bab al-Aziziya, il famoso compound tripolino del Colonnello. Qui sarebbe stata introdotta nella dimora di Gheddafi, che si sarebbe fatto trovare in pigiama: dinanzi alla sue avances, la donna fatto resistenza e per questo avrebbe subìto violenza. Ancora ieri sono state rievocate confidenze ricevute in una delle molte interviste fatte al Raìs. È così riemerso che Muammar Gheddafi avrebbe il cuore tenero per le donne americane, ma esclusivamente per quelle in posizioni di potere. Così, a metà anni Novanta il cuore del raìs batteva forte per Madeleine Albright (all'epoca segretario di Stato di Bill Clinton) al punto che il rais - incollato al televisore per ogni sua apparizione - a volte si lamentava se le inquadrature non erano a tutto campo. E il fatto che la Albright, oltre ad aver superato i 60, fosse più vecchia di lui e non più una bellezza non sembravano dissuadere il leader libico un po' «guardone». Sembra che Gheddafi chiese durante un'intervista di avere il numero di telefono privato della Albright, possibilmente quello sul comodino della camera da letto. «Se anche lei ricambia i miei sentimenti - avrebbe detto il Rais a chi lo intervistava - le dica di mandarmi un segnale: che indossi un vestito verde alla prossima apparizione in tv». Superata la cotta per la Madeleine, sarebbe stata la volta di Condoleeza Rice: la segretario di stato di George W. Bush aveva una bellezza forse più in sintonia con i gusti del dittatore che ne conservava un album di fotografie nel bunker. A lei aveva reso omaggio con una famosa dichiarazione: «Alla mia cara donna nera africana». Il tiranno «galante», sfrattato dal compound, adesso ha solo un album di denunce. Mar. Coll.

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