Il giorno della verità sui conti
Super-Irpef, Iva, tassa sull’evasione e tagli agli Enti locali. L’accordo tra Lega e Pdl per «raddrizzare» la manovra economica del governo gira attorno a questi punti. E oggi, dopo giorni di liti, accordi fatti a metà, dichiarazioni di pace, saranno Bossi e Berlusconi a mettere nero su bianco quali saranno le modifiche accettate e quelle invece scartate. Anche perché stasera alle 8 scade in Senato il termine per presentare gli emendamenti. L'incontro tra il premier e il leader della Lega ci sarà nel pomeriggio ad Arcore e parteciperanno anche i due capogruppo al Senato, il segretario del Pdl Angelino Alfano e Giulio Tremonti. Quest'ultimo in una posizione assai scomoda perché nel partito di Berlusconi attorno a lui c'è ormai molta freddezza e anche con il Carroccio da tempo non c'è più feeling. Il Cavaliere, oltretutto, è anche abbastanza seccato con il ministro dell'economia per l'incontro che ha avuto sabato al meeting di Rimini con il segretario del Pd in cui avrebbero parlato dell'articolo 8. Ma come, è stata la reazione di Berlusconi, con noi non parla e invece discute con il capo di un partito dell'opposizione? La discussione è stata smentita dall'ufficio stampa del ministro ma la freddezza nei suoi confronti resta. Anche perché oggi Tremonti dovrà dire cosa pensa dell'aumento di un punto dell'Iva e dell'innalzamento del contributo di solidarietà ai redditi superiori ai 200 mila euro. I due punti sui cui maggiore sarebbe la sintonia tra Lega e Pdl. E sui quali anche Berlusconi spinge. Il premier vorebbe addirittura abolire del tutto il contributo di solidarietà, fedele alla sua linea di «non voler mettere le mani nelle tasche degli italiani», ed è molto favorevole ad alzare l'imposta specialmente sui beni di lusso. E nella maggioranza si sta pensando anche a un incremento delle accise sui tabacchi. Il ministro dell'Economia, però, è sempre stato contrario ad aumentare l'Iva perché convinto che serva solo a frenare i consumi in un momento come questo nel quale invece c'è bisogno di far ripartire il Paese. Ma alla fine, togliendo dal tavolo la riforma della Previdenza, che prevede l'allungamento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni anche nel privato, e con la riduzione della supertassa solo ai redditi alti, questo sarebbe l'unico modo per mantenere invariati i saldi della manovra da 45 miliardi. Tremonti, alla fine, potrebbe anche accettare l'aumento purché una parte vada a coprire la riforma del Fisco da fare nel prossimo futuro. Sulla rimodulazione dell'imposta è intervenuto ieri anche il ministro del Turismo Michela Brambilla proprio per tranquillizzare il settore: «Si sta parlando di aumentare l'Iva del 20%, non quella del turismo che è al 10%». Tutta da verificare, invece, la partita sui tagli agli Enti locali. Dovrebbero salvarsi i piccoli Comuni – quelli sotto i mille abitanti per i quali il Decreto prevede l'accorpamento – e potrebbero salvarsi anche le Province. Berlusconi, ad esempio, è convinto che la norma così come è stata immaginata non sta in piedi: o si tagliano tutte – è il suo ragionamento – oppure nessuna. Alla fine però qualche sforbiciata ai trasferimenti statali sarà inevitabile. Il vertice tra Berlusconi e Bossi dovrà servire a convincere anche chi nel Pdl non è assolutamente convinto della bontà di questa Manovra, come i frondisti guidato da Antonio Martino e Giorgio Stracquadanio e il gruppo che fa capo a Scajola. La critica maggiore? Quella di aver preparato un decreto illiberale, assolutamente in contrasto con la storia del partito di Berlusconi e che soprattutto non risolve i problemi della crisi per i prossimi anni.