«Ci rimette l'immagine del nostro calcio»
Nonè la prima volta che l'associazione italiana calciatori, per tutelare i propri diritti, toglie agli sportivi italiani lo spettacolo più amato: la partita di pallone. Anche Felice Pulici, Campione d'Italia con la Lazio nel 1974, oggi esperto di diritto sportivo, afferma la propria tesi. «Parlare di sciopero non è corretto - afferma l'ex portiere biancoceleste - non è uno sciopero. Io sto con Cellino e Mezzaroma, hanno ragione loro. Hanno cambiato radicalmente il contratto collettivo lasciando ad Abete l'interpretazione dell'art. 7, e poi non si sono fidati di Abete». I presidenti contestano l'accordo collettivo. «L'accordo collettivo fa parte della legge 81, numero 91. E questa è una legge dello Stato votata dalla Camera e dal Senato e approvata dal Presidente della Repubblica. Cosa vogliono i presidenti in questo momento? I calciatori hanno sgombrato il campo ai dubbi anche sul contributo di solidarietà per evitare ogni tipo di strumentalizzazione. I presidenti stanno mischiando le carte in tavola». I presidenti vogliono riscrivere le regole. «È nel loro pieno diritto, ma non lo ritengo un percorso corretto. C'è una legge, e va rispettata. Se questa legge è vecchia e sorpassata se ne può discutere, ma è necessario proporre un nuovo disegno di legge più aderente alle problematiche attuali». Cosa pensa della Lega? «È spaccata, non c'è compattezza. Sarebbe opportuno che ognuno ragionasse con la propria testa». Tutto ruota intorno all'art. 7 quello dei fuori rosa. «L'interpretazione di Abete sull'art. 7 è straordinaria, per non comprenderne la portata ci vuole un cervello molto piccolo. Mi dispiace per Abete, perchè da parte sua c'è stata una trasparenza assoluta. Il comportamento dei presidenti è stato strumentale, bisognerebbe avere maggiore fiducia nelle persone». Alla fine, chi ci rimetterà? «Chi ne va di mezzo è l'immagine del nostro calcio. E ci rimettono i tifosi».