Bankitalia frena sull'Eurobond

«L'eurobondnon è la soluzione per il momento». Alla vigilia della riunione dell'Europarlamento con le audizioni di Trichet, Juncker e Rehn che dovrebbero fare il punto sull'ipotesi dell'eurobond e della Tobin tax, ieri è arrivato lo stop del direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni. «Può essere la soluzione per finanziare progetti di investimento di interesse europeo; per la sostituzione del debito pubblico dei Paesi al momento non è una soluzione percorribile». Una posizione simile a quella del Cancelliere tedesco Merkel ma in opposizione al ministro Tremonti da sempre sponsor dell'eurobond. Ieri è arrivata anche la sferzata del direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde. Parlando al meeting di Jackson Hole, la Lagarde ha sollecitato l'Europa ad avviare «un'azione urgente e decisa per rimuovere le incertezze sulle banche e sui debiti sovrani». L'economia mondiale «continua a crescere, ma non abbastanza» è l'analisi della Lagarde che avverte: «i rischi al ribasso sull'economia mondiale stanno aumentando. Siamo in una nuova fase pericolosa e rischiamo di vedere la fragile ripresa deragliare. Dobbiamo agire». Tre per la Lagarde sono i passi che l'Europa deve compiere per ripristinare la fiducia verso la sua economia e il suo sistema finanziario. Il primo «i debiti sovrani devono essere riportati ad un livello sostenibile». Questo - ha sottolineato - «non significa solo stringere la cinghia, ma affrontare il problema dell'aumento della spesa pubblica nel lungo termine, come quella per le pensioni e quella per la sanità. Da lì possono arrivare le risorse per rilanciare l'occupazione. Secondo passo da compiere, per la Lagarde, è «l'urgente ricapitalizzazione delle banche» che «devono essere forti abbastanza per reggere ai rischi legati ai debiti sovrani e a una crescita debole». Terzo passo per l'Europa deve essere quello di cominciare a parlare davvero con una sola voce. Infine «basta con i messaggi confusi che aumentano le incertezze sui mercati e ingigantiscono le tensioni sull'economia dell'eurozona».