E Angelino si dimostra vero leader di partito
Il silenzio di Berlusconi e l'iperattivismo di Angelino Alfano. Mentre il Cavaliere resta chiuso ad Arcore, decide di ridurre al minimo i suoi interventi, scegli di defilarsi il più possibile dallo scontro sulla manovra, la scena politica di questi giorni è invece occupata interamente dal segretario del Pdl. Uno scenario completamente nuovo che fa capire come il Cav stia seriamente pensando a un lento disimpegno nell'attività giornaliera del partito, preparandosi a ritagliare per se la figura di «padre nobile». Alfano, nominato segretario poco meno di due mesi fa, tra lo scetticismo degli altri partiti e di una parte del partito, sta affrontando in questi giorni la sua prima vera «grana» da leader. E lo sta facendo dimostrando di tenere ben salde in mano le redini del Pdl. L'altra sera ha incontrato uno dei «frondisti», il sottosegretario Guido Crosetto, in un ristorante a Roma per trovare un accordo sulle proposte per la manovra, ieri sera ha visto ancora i vertici del Pdl e stasera ci sarà un altro summit con tutti i gruppi del Popolo della Libertà. Prima però sarà a Rimini al Meeting per visitare gli stand e vedersi con Roberto Formigoni. Un incontro non casuale perché anche il Governatore della Lombardia è una delle «anime in pena» del Pdl. E proprio alla convention di Cl è esplosa nei giorni scorsi la «rivalità» con Maurizio Lupi. Alfano ci sarà per ricucire anche questo piccolo strappo. In tutto questo Berlusconi rimane sullo sfondo. Certo non è estraneo alle decisioni che prende il segretario, certo è informato sugli esiti degli incontri. Ma per la prima volta sembra voler lasciare campo libero a quello che è diventato il primo vero segretario del Pdl. Ma di lui Berlusconi si fida anche come consigliere visto che lunedì sera, prima di pronunciare quel glaciale «questa volta Bossi sbaglia, l'Italia c'è e ci sarà per sempre» si è consultato con lui. E di lui si fidano anche gli alleati. Come il capogruppo di Popolo e Territorio Silvano Moffa che nei giorni scorsi in un'intervista al «Tempo» ha ammesso di essere soddisfatto di come sta lavorando il segretario del Pdl «perché ha imboccato la strada della sintesi tra le diverse posizioni». Risolte le «grane» all'interno del partito ad Alfano avrà davanti comunque un altro compito non facile, trovare un accordo anche con la Lega. Su questo interverrà sicuramente Berlusconi – probabilmente incontrerà Bossi lunedì – e i due leader troveranno un punto di accordo. Ma poi spetterà ancora ad Alfano tradurre in fatti concreti la sintesi tra le posizioni dei leghisti e quelle del Pdl.