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Retromarcia della Lega sulle pensioni

Il leader della Lega Umberto Bossi in canottiera

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«Tagliare le pensioni vuol dire tagliare la gente del nord: giustamente la Lega interviene e dice no». Umberto Bossi rimanda al mittente a suo modo le indiscrezioni su una possibile apertura della Lega sulle pensioni. «Sono invenzioni dei giornali. È ormai un mondo alla rovescia perché la sinistra vuole tagliare le pensioni e la Lega invece le salva», sottolinea in serata il Senatùr intervenendo ad una festa del partito in provincia di Vicenza. In mattinata ci pensa già Roberto Calderoli a mettere le cose in chiaro: dalla Lega Nord «non c'è nessuna apertura sulle pensioni» perché quelle «stanno bene come stanno». Il discorso è chiuso. Il ministro della Semplificazione non lascia spazio alle trattative. Chiude la porta alla possibilità di modificare la manovra con un intervento sul sistema previdenziale. E, mentre il governo lavora per migliorare il testo varato lo scorso 12 agosto dai ministri, l'eponente nordista spiega che dell'argomento pensioni ha parlato sia con Umberto Bossi che con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: «Abbiamo cercato possibili soluzioni rispetto alla manovra» e, anche per questo, «lunedì ci vediamo in via Bellerio con la segreteria politica per individuare e formalizzare le proposte che faremo in Parlamento. Su certe proposte abbiamo le idee chiarissime» ma non ha voluto rivelare i particolari. Sembra chiaro intanto che il Carroccio resti legato all'idea dell'anticipo del tfr in busta paga perché, come fa notare sempre Calderoli, «c'è la necessità di garantire un potere d'acquisto ai cittadini». E così si preannunciano giorni di grandi discussioni soprattutto tra il «cerchio magico» bossiano e gli esponenti vicini a Roberto Maroni che per ora è rimasto silente. Una possibile convergenza, invece, il ministro vorrebbe trovarla tra maggioranza e opposizione sui tagli previsti dalla manovra agli enti locali: «L'andare nell'interesse del territorio e degli enti locali richiede attenzione da maggioranza e opposizione. È un interesse comune. Qualunque proposta migliorativa sarà portata avanti». Sulla manovra, ma più in particolare sulle pensioni, è voluto intervenire ieri anche il sindaco leghista di Verona, il maroniano Flavio Tosi, che, intervistato dall'Ansa, ha spiegato come il Carroccio non possa continuare a mediare con Berlusconi e nel contempo «farsi massacrare». «Udc, Pd e Idv - aggiunge il primo cittadino della citta scaligera - mi paiono disponibili a parlarne per arrivare a dei miglioramenti quindi penso sia molto opportuno e giusto parlarne. In situazione come queste conveniente parlare con tutti». Guardando poi nel profondo degli umori in casa Carroccio, Tosi non fa alcuno sconto ai Lùmbard: «Alla nostra gente, ma in generale a tutti, sembra che la manovra sia andata a colpire quelli che hanno sempre pagato e per questo va cambiata. Lo dicono tutti».

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