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A Rimini tutti pazzi per Napolitano I leader citano solo il Presidente

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Ilgiorno dopo la visita del presidente della Repubblica al Meeting di Rimini non si parla d'altro. Tutti, anche gli ospiti che arrivano per partecipare alla manifestazione, lo citano. È tutto un fiorire di «come ha detto il presidente della Repubblica», «come ha ricordato Napolitano». Il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini affida al sito del Sussidiario e alle pagine del Quotidiano Meeting parole che non lasciano spazio a dubbi: «L'appello del Capo dello Stato è stato in linea con lo spirito del Meeting». E ancora «il palcoscenico di Rimini è stato per il Presidente l'occasione per un appello storico simile per intenti a quello di Roosevelt che, dopo la crisi del '29, disse agli americani e al mondo: “L'unica cosa di cui aver paura è la paura”». Per poi concludere con la frase che, più di tutte, rappresenta una sorta di “benedizione laica” di Napolitano al Meeting: «Portate nel tempo dell'incertezza il vostro anelito di certezza». Parole che Vittadini commenta così: «È una grande responsabilità che il Capo dello Stato abbia detto queste cose al Meeting. Non un titolo di vanto presuntuoso, ma un invito per essere noi stessi e collaborare al bene di tutti». Insomma tra il popolo di Comunione e liberazione e l'ex comunista sembra molto di più di una semplice infatuazione. Lo si era già capito domenica quando l'intera platea dell'Auditorium si era alzata in piedi per tributare una lunga standing ovation al discorso del Capo dello Stato. E a ben guardare si tratta di un amore corrisposto. Il tono con cui il presidente ha pronunciato il proprio discorso era quasi solenne. Deciso come quello di chi sa che il suo interlocutore può raccogliere il messaggio e trasformarlo in azione. Chi ha avuto modo di parlare ieri con Napolitano lo descrive entusiasta e quasi sorpreso dall'accoglienza che il Meeting gli ha riservato. Soprattutto il calore con cui è stato accolto dai giovani che sono sicuramente i veri protagonisti della manifestazione. E anche se non si tratta di un termometro infallibile valeva la pena dare uno sguardo alla sala gremita che ieri ha ascoltato per quasi due ore, in religioso silenzio, gli interventi degli esponenti dell'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Domenica erano stati Enrico Letta e Maurizio Lupi, promotori dell'Intergruppo, ad intervenire all'incontro con Napolitano. E lo stesso Capo dello Stato aveva indicato questo luogo di confronto tra esponenti di maggioranza e opposizione come un esempio concreto di quel clima di unità di cui il Paese ha oggi bisogno (invitandoli ad andare «oltre, rapidamente»). Ieri attorno al tavolo, oltre a Lupi e al ministro Maurizio Sacconi, c'erano i deputati del Pdl Barbara Saltamartini e Gabriele Toccafoni e i loro colleghi del Pd Alessia Mosca e Guglielmo Vaccaro. Grande sintonia e molte parole d'ordine in comune. Come quelle pronunciate contro i «tagli lineari» con cui Giulio Tremonti continua a governare l'economia italiana. Il messaggio lanciato è «fare insieme». Al Quirinale approvano e incoraggiano. Nic. Imb.

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