Marchionne: avanti con gli impegni
«Andremoavanti con i programmi annunciati per portarli a conclusione. Se c'è l'opportunità per Fiat di operare in Italia lo faremo tranquillamente ma non cerchiamo di condizionare nessuno». L'ad della Fiat Sergio Marchionne non arretra sugli impegni del Lingotto per l'Italia e, intervenendo a sorpresa al meeting di Cl a Rimini, replica alla lettera aperta indirizzatagli da Massimo Muchetti sul Corriere della Sera. «Parliamo del futuro del Paese e non di me», taglia però corto con chi vorrebbe un commento sulla richiesta di «un cambio di passo». Così come non commenta le possibili modifiche alla manovra di cui si parla da giorni: «è una cosa che devono gestire i politici, non è il mio mestiere ma la cosa importante è riacquistare credibilità a livello internazionale per finanziare il debito. Questo è il problema immediato perchè se non lo facciamo - aggiunge - i mercati finanziari non crederanno nell'Italia». Stesso golfino blu, capelli lunghi e arruffati, Sergio Marchionne è tornato, a sorpresa, a un anno dal suo intervento davanti al popolo di Cl, alla fiera di Rimini per il meeting. Questa volta però niente palco, niente applausi e ovazioni, ma un posto in platea, seppure in prima fila, per ascoltare il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di cui è un estimatore della prima ora. E non è un caso che, subito dopo il discorso del capo dello Stato, gli fa eco affermando: «questo è il momento di essere tutti italiani e non uomini di partito». «Sono qui perchè Napolitano è un punto di riferimento in questo momento molto difficile: del suo discorso - sottolinea - non avrei cambiato una virgola». Solo un accenno alla Fiat, pressato dai giornalisti, e per ribadire: «contiamo di andare avanti, i programmi sono stati annunciati e puntiamo a portarli a conclusione», riferendosi agli investimenti del Lingotto in Italia. Parla anche del progetto di joint-venture tra Fiat e Tata. «non è in dubbio, anche se cambieranno i termini dell'alleanza». Nei giorni scorsi il presidente del gruppo indiano Ratan Tata aveva spiegato che circa la metà dell'investimento fatto finora in Fiat India Automobiles è andata persa e aveva espresso la speranza di riuscire a rinegoziare i termini del rapporto contrattuale. L.D.P.