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Il Senatùr divide i sondaggisti

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Non,anzi. Il Senatur, «nonostante l'età e gli acciacchi fisici resiste bene», perché il suo gradimento è nella media e la «base» del partito non l'abbandonerà mai. I sondaggisti si dividono sulla «tenuta» del leader della Lega, che sembra aver perso appeal rispetto al passato ma continua ad essere protagonista dello scenario politico. Nicola Piepoli, dell'omonimo istituto demoscopico, non vede un Bossi in caduta: «A quasi settanta anni e con quel che gli è capitato, si mantiene bene. E poi può contare su un'alleanza di ferro con Berlusconi, si tratta di un legame davvero solido. Certo -ammette- è aria fritta quello che Bossi ripete, ma è un'aria fritta che va bene per la sua gente. Io sono dell'idea che la base del partito non si è stancata di Bossi, altrimenti lo avrebbe già abbandonato». «I sondaggi dicono che il brand Lega resiste bene, è sul livello di 10-20 anni fa, non è nè in calo nè in salita. In questo momento la Lega non è al massimo del suo splendore, ma nella media dei giudizi di 20 anni fa». Renato Mannheimer, alla guida dell'Ispo, non si sbilancia e rinvia ogni giudizio alla ripresa, ma considera la figura di Bossi un pò appannata negli ultimi tempi. «L'impressione generale -dice- è quella non solo di un Bossi meno capace di intervenire nel merito, ma di una Lega più sbandata e fratturata del passato». Per il sondaggista Luigi Crespi «Bossi non è mai stato uno dei leader più amati in Italia. Ha avuto sempre un forte riconoscimento in una parte del Nord. La sua forza è sempre stata quella di evidenziare gli interessi del Nord. Ciò non toglie che Bossi resta un innovatore e una figura politica molto interessante dal punto di vista storico, ma è finita la funzione della sua leadership».

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