"La manovra si può cambiare ma i saldi restino invariati"
La manovra sarà cambiata in Parlamento. Oggi alle 16.30 l'aula del Senato aprirà i battenti per una seduta lampo, giusto per assegnare il disegno di legge di conversione del decreto anti-crisi alle Commissioni competenti. La discussione partirà il 22 agosto. Restano i mal di pancia nella maggioranza e le critiche nette dell'opposizione. Ad ogni modo il governo apre esplicitamente alle modifiche. Prima diversi ministri - Calderoli, Sacconi, La Russa - poi il premier Berlusconi si sono detti disponibili a esaminare ritocchi: basta che i saldi rimangano invariati. Da Porto Rotondo, in Sardegna, dove ha trascorso alcuni giorni di vacanza, il premier ha sottolineato che le cifre da risparmiare sono «intoccabili» ma ha assicurato che la maggioranza è pronta a «miglioramenti» durante il dibattito parlamentare senza «distinzioni» della parte politica che li proporrà. Sulla proposta, venuta da più parti, di tassare i capitali rientrati dall'estero con lo scudo fiscale, Berlusconi ha glissato: «Francamente non lo so, non l'ho ancora vista». Ma sembra che sia allo studio del governo. Calderoli tende la mano: «Tutto si può rivedere ma a saldi invariati. E senza smontare il testo, altrimenti rischiamo il default». «Se si tratta di migliorarla sì, se si tratta di trasformarla no. Le proposte migliorative devono comunque essere a saldi invariati», ha confermato il ministro della Difesa La Russa. «In Parlamento si verificherà se invece di ciò che è stato deciso dal governo, quali possano essere altri meccanismi di reperimento risorse, ad esempio qualcuno propone l'aumento dell'Iva dell'1%», ha detto il responsabile dello Sviluppo economico Paolo Romani. Quanto al cosiddetto contributo di solidarietà, «siamo aperti alla discussione, ma la Sinistra non cerchi di sostituire tagli con tasse, bensì tasse con tagli ulteriori della spesa pubblica», ha spiegato il ministro del Lavoro Sacconi. La manovra non piace a tanti esponenti del Pdl. È «inaccettabile» per il deputato Antonio Martino che spiega: deve essere «radicalmente modificata in Parlamento». Berlusconi si è sempre «presentato in campagna elettorale promettendo di ridurre le tasse e rilanciare la produttività - incalza Martino - Piuttosto per ridurre davvero la spesa pubblica l'Italia ha bisogno di riforme e non di nuove tasse». Nella Lega storce il naso il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, secondo il quale «contro questa manovra si dovrebbero fare le barricate, spero ancora che possa cambiare».