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Una guerra di 20 giorni contro l'esplosione del virus

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Ventigiorni di programmazione per costituire una struttura di emergenza che ieri ha acceso i motori con i primi test. Ma andiamo con ordine per ricostruire meglio i fatti. Il 26 luglio è l'ultimo giorno di lavoro dell'infermiera che da marzo scorso è a contatto con i bambini del reparto di Neonatologia del Gemelli. Poche ore dopo, il 27 luglio, la donna si reca al pronto soccorso del Policlinico. I medici effettuano gli esami. Risulta positiva alla tubercolosi. L'infermiera è sospesa dalla struttura ed è ricoverata. La direzione sanitaria prende in mano il caso e trasferisce la documentazione alla Asl RmE, informando la Regione Lazio di ciò che è successo. Si attiva così un meccanismo di gestione precauzionale di tutti i soggetti che possono essere stati a contatto con la donna all'interno della struttura. Dai dottori ai pazienti, senza distinzioni. È pochi giorni dopo, ad agosto, che si costituisce una unità di crisi. Intorno a un tavolo si riuniscono la direzione sanitaria e il servizio di igiene e sanità pubblica della Asl RmE, l'assessorato regionale alla salute, Asp Laziosanità, Asl RmF, il Gemelli, lo Spallanzani e il Bambino Gesù. Il primo obiettivo è verificare che nessun altro operatore sanitario all'interno del Policlinico sia stato infettato dall'infermiera. Vengono studiate le turnazioni e individuati i soggetti da controllare. Così nella prima settimana di agosto infermieri e medici a rischio si sottopongono agli esami anti tubercolosi. I risultati rallegrano i membri dell'unità di crisi: tutti i test sono negativi. Negli stessi giorni l'infermiera malata, dopo un periodo di ricovero, viene portata a casa dove si sottopone alle cure antibiotiche. Arriviamo così all'8 agosto, giorno in cui si riunisce di nuovo l'unità di crisi. Si definisce il protocollo da attuare. Bisogna verificare quando l'infermiera infetta è stata nel reparto di Neonatologia e incrociare i dati con le nascite nel Policlinico. Viene così avviato quello che i tecnici chiamano «studio epidemiologico». Si definisce uno schema preciso, la tempistica e la modalità di intervento. Da questo lavoro escono 1270 nomi di bambini, nati tra marzo e luglio, che devono essere controllati nei prossimi mesi. La direzione sanitaria della Asl RmE viene incaricata di contattare le famiglie. Il Gemelli allestisce un ambulatorio ad hoc per prepararsi alle visite. Il 16 agosto partono le chiamate ai genitori dei piccoli. Vengono fissati gli appuntamenti. Venticinque al giorno dalle 8 alle 16. Si arriva così a ieri, 18 agosto, quando iniziano le prime visite al Policlinico. Poche ore dopo si riunisce per l'ennesima volta l'unità di crisi alla presenza della governatrice del Lazio Renata Polverini. È una riunione per fare il punto della situazione: dei 25 bimbi esaminati nessuno risulta positivo alla tubercolosi. Fab. Per.

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