La manovra approda in Senato
La manovra finanziaria approda oggi pomeriggio in Aula al Senato. Poi il provvedimento passerà alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di palazzo Madama che inizieranno l'esame del ddl a partire da lunedì. I capigruppo del Pdl pongono due punti non negoziabili, cifre e tempi del provvedimento, ma aprono "a ipotesi migliorative che dovessero emergere in Parlamento, da qualunque parte esse provengano". Montezemolo ribadisce: tassare i super ricchi, proposta avanzata anche da Warren Buffet. Per Prodi la via di uscita passa da lotta crimine e evasione. I CAPIGRUPPO PDL "Credevamo di avere più tempo a disposizione. Invece, le dinamiche della crisi ci hanno chiesto di accelerare, innanzitutto sul fronte del debito, per raggiungere nel 2013 lo storico risultato del pareggio di bilancio", affermano i presidenti del gruppo del Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchito e Maurizio Gasparri, e i loro vice, Massimo Corsaro e Gaetano Quagliariello, in una lettera pubblicata oggi sul Corriere della Sera. I presidenti a nome del Pdl sostengono di "essere aperti al dibattito in Parlamento". ITALIAFUTURA: DIETA PER LO STATO "Ho sostenuto che la manovra è sbagliata in primo luogo in quanto prima di mettere mano nelle tasche dei cittadini andava accelerato il processo di dismissione del patrimonio e delle società pubbliche - scrive Luca Cordero di Montezemolo, il presidente di Italia Futura, in una lettera inviata al direttore de Il Giornale - Nel rimettere a posto le finanze lo Stato deve assumersi l'80% dell'onere, vendendo, dismettendo, tagliando solo allora si potrà chiedere ai cittadini di mettere l'altro 20%. Da tanti anni a questa parte succede invece esattamente l'opposto. Riducendo questo pensiero a slogan direi: prima vendete la Rai, poi venite a chiedere soldì. Questo è il cuore del mio pensiero. La rivoluzione liberale è fallita perchè non è riuscita a riportare lo Stato nel suo giusto alveo, riducendo il perimetro della sua presenza che moltiplica sprechi, iniquità e corruzione". Il contributo di solidarietà, scrive Montezemolo, è "uno scandalo perché colpisce chi di tasse ne paga già troppe, persone che ben difficilmente possono essere considerate ricche quando portano a casa 4.000 euro netti al mese", mentre sarebbe preferibile un'imposta "sulle grandi fortune". BUFFET: TASSARE I MILIONARI "I nostri leader hanno chiesto sacrifici condivisi". Ma "hanno risparmiato" me e "i miei amici". Mentre "la middle-class stenta ad arrivare a fine mese", noi "continuiamo a goderci i nostri sgravi fiscali straordinari". È un appello esplicito quello del finanziere Warren Buffet che dal New York Times - ripreso da diversi quotidiani italiani, tra cui la Repubblica che ne riporta la traduzione - chiede di tassare di più i super-ricchi, dicendo che sono troppo "coccolati" e "protetti quasi come specie in via d'estinzione". Quest'anno, rivela Buffet, "ho pagato all'erario" quasi 7 milioni di dollari, ovvero solo il 17,4% del mio imponibile. Tutte le 20 persone che lavorano con me hanno pagato aliquote più alte, in media del 36%". E aggiunge: "Chi fa i soldi con i soldi alla fine versa meno al fisco di chi guadagna lavorando". Secondo il Corriere della Sera - che riporta alcuni stralci dell'articolo firmato dal finanziere, fan del presidente Obama e della sua idea di aumentare le tasse a chi guadagna più di 250 mila dollari all'anno - il piano di Buffet prevede di alzare la tassazione per i 240 mila che prendono più di un milione di dollari e un prelievo maggiorato per gli 8 mila sopra i 10 milioni. PRODI: TRACCIARE I PAGAMENTI "La ricevuta fiscale è il baluardo della democrazia", afferma sulle pagine di Repubblica l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che boccia la manovra e chiede di bloccare criminalità e l'evasione altrimenti tra "tre anni siamo allo stesso punto". "Continuare a non creare davvero un sistema elettronico per controllare i pagamenti e i guadagni - spiega l'ex premier - vuol dire portare alla rovina l'Italia. La democrazia si difende con la ricevuta fiscale". Secondo il leader democratico, infatti, il nostro Paese ha di fronte "due piaghe" la criminalità e l'evasione fiscale.