Manovra, Alfano incontra i frondisti Bossi chiede scusa a Brunetta
La manovra economica approderà in Commissione Bilancio di palazzo Madama la settimana prossima, molto probabilmente martedì. Lo ha deciso l'aula di palazzo Madama, che in una seduta lampo durata sei minuti e con soli 11 senatori presenti, ha dato il via all'iter della manovra correttiva da 45,5 miliardi approvata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. Il testo è ora assegnato alle commissioni Affari costituzionali per il parere di costituzionalità e da martedì passerà alla Bilancio in sede referente, dopo aver ricevuto i pareri di tutte le commissioni competenti. L'approdo in aula previsto per il 5 settembre. Le proposte di modifica Resta caldo il clima politico: i capigruppo del pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, fanno sapere che la maggioranza "aperta al dibattito ed a ipotesi migliorative che dovessero emergere in Parlamento, da qualunque parte esse provengano". Ma la manovra "non può essere né smontata pezzo per pezzo, né blindata in modo acritico". Sui contenuti del provvedimento resta il punto interrogativo sulla tassazione dei capitali scudati. Dopo che fonti di governo hanno fatto filtrare l'ipotesi di una tassazione dell'1 o 2% giudicata "ridicola" dal Pd che propone di elevarla al 15 o al 20% ieri è stato il sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti a frenare, definendo "tecnicamente molto difficile" un'operazione del genere. Anche se, spiega, la "politica può superare gli ostacoli". Ma tassare i capitali scudati, replica Antonio di Pietro, "un'operazione più che legittima e anche praticabile, perché sono state le banche a fare questa operazione finanziaria dunque si sa perfettamente chi c'è dietro. Chi fa riciclaggio - continua il leader dell'Idv - non può avere uno sconto, ma deve pagare di più" Tensioni nel Pdl Proseguono intanto le divergenze all'interno del Pdl sul provvedimento, con un nuovo attacco lanciato dall'ex ministro Antonio Martino che dalle colonne di un quotidiano ha minacciato una "marcia su Roma" contro la la manovra. "Pronto al confronto, ma Martino rispetti la cultura socialista", risponde Cicchitto. Anche Peppino Calderisi chiede a Berlusconi di mantenere le promesse del '94. I frondisti del Pdl dovrebbero incontrarsi la settimana prossima con il segretario del partito, Angelino Alfano. "La maggioranza è in confusione e alla fine temo che chiederanno la fiducia", sottolinea il vicepresidente del Senato ed esponente del Pd, Vannino Chiti. E i democratici alzano le barricate sui contratti: "E' grave - dice l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano - che l'articolo 8 della manovra consenta 'implicitamente' di derogare a leggi e contratti, compreso lo Statuto dei lavoratori". Bossi telefona a Brunetta Scuse telefoniche di Umberto Bossi a Renato Brunetta. Il leader della Lega Nord ha telefonato al ministro della Pubblica Amministrazione per chiedergli scusa dopo averlo definito "nano di Venezia". Lo ha detto lo stesso Bossi parlando con i giornalisti a Calalzo di Cadore. "Mi è scappata quella frase - ha spiegato Bossi - e si è offeso. Gli ho telefonato e gli ho chiesto scusa. Lo stimo, ma a volte in politica ci si scalda e le parole scappano". Bossi ha poi ricordato che nell'ultimo Consiglio dei ministri Brunetta avrebbe ricevuto una telefonata dalla Banca d'Italia. "Ha chiesto a Berlusconi se poteva rispondere, che c'era la Banca d'Italia". Ai giornalisti che gli chiedevano chi avesse chiamato il ministro, Bossi ha spiegato che "in Banca d'Italia lavora anche un suo allievo. Potrebbe essere stato lui".