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Le borse europee chiudono in ribasso. Solo Milano tiene

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Gliindici si muovono senza scossoni tra scambi ridotti, come ci si aspetterebbe in un agosto che fino ad oggi è stato fuori da ogni schema. Timori e incertezze sulla crisi del debito non si sono però ancora esaurite e le si ritrova prima nell'andamento in ordine sparso delle Borse in Asia dove Tokyo chiude in calo (-0,55%) e poi nell'avvio in calo dei mercati del Vecchio Continente. L'ombra della «Tobin tax», l'ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie lanciata dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, non piace ai mercati, pesa sui titoli finanziari e frena i listini, in particolare su Francoforte (-0,77%) dove Deutsche Borse ha perso il 4,97% e Londra (-0,49%) dove il London Stock Exchange ha lasciato il 2,81%. Milano riesce a distinguersi e forse perché la «fuga» degli investitori era stata più consistente, oggi le operazioni di riposizionamento nei portafogli le valgono la «maglia rosa», miglior listino in Europa. Milano chiude poco sotto i massimi (Ftse Mib +1,27%) dopo un'incursione, in corso di seduta, oltre la soglia psicologica dei 16.000 punti. Le banche italiane, fatta eccezione per Unicredit (-1,62%), si muovono in deciso rialzo con Banco Popolare che guadagna il 3,17% e Intesa Sanpaolo il 2,01 per cento. In decisa controtendenza rispetto a quanto si registra in Europa dove bancari (-1,10%) e servizi finanziari (-1,09%) sono i settori dove si sono concentrate le vendite.

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