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L'incredibile follia della Spagna laicista

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diANGELA PELLICCIARI Mentre tutto il mondo cattolico, ma anche ateo, è concentrato su Madrid e la giornata mondiale della gioventù, gli spagnoli cosa fanno? Meglio: la stampa, la radio, la televisione spagnoli, come introducono e commentano l'evento dell'estate 2011, l'evento positivo, l'evento buono, non quello angosciante della distruzione di ricchezza finanziaria e di perdita di certezze professionali, economiche e sociali? Come preparano, dicevo, quel fatto mondiale che mostra la speranza di tanti giovani, giovani che seguono un Papa anziano nella convinzione di ascoltare, attraverso di lui, una parola di amore che viene direttamente da Dio? I media spagnoli hanno preparato la GMG centrati su una preoccupazione. Su una concreta e apparentemente giusta attenzione alle pubbliche finanze: quanto costerà ai contribuenti questa invasione di cavallette cattoliche provenienti da ogni parte del pianeta? Gli organizzatori hanno garantito che non ci saranno costi perché l'evento è interamente coperto dalle tasse dei pellegrini, dall'intervento di privati e dagli sponsor. Nossignori, si risponde. Perché la Generalità (il comune) di Madrid ha deciso una riduzione dell'80% del prezzo dei trasporti e, di conseguenza, tutti gli spagnoli ci rimetteranno. Perché, piuttosto, invece di dare privilegi ai pellegrini, non si facilita la vita ai disoccupati? Che dire? La Spagna ha più del 20% di disoccupazione, una crisi morale e sociale devastante, una gioventù allo sbando e, invece di ringraziare la Santa Sede perché, ancora una volta dopo Santiago e Barcellona, sceglie la Spagna a meta di un pellegrinaggio petrino e, quindi, mondiale, invece di benedire Dio perché tutto il mondo guarda alla Spagna con ovvie ricadute a livello di immagine e di promozione, invece di benedire, maledice. Fa parte, diciamolo pure, della follia degli apostati cattolici. Di quelli che, in questi giorni, acquistano credibilità gridando ad alta voce che si vogliono sbattezzare pubblicamente. Quanti sono? Abbastanza per fare notizia. Abbastanza per avere mezzi di comunicazione dalla loro parte. Abbastanza perché i sindacati, rigorosamente di sinistra, dichiarino proprio nei giorni in cui il papa è a Madrid uno sciopero dei trasporti. Cambiamo pagina e veniamo a Benedetto XVI e alla schiera di pellegrini che riempie Madrid. Strade, piazze, bar, alberghi, parchi: tutto pieno di ragazzi che non si drogano, non si ubriacano, non fanno pubblica esibizione della loro vita sessuale. In una parola, una cosa inaudita. Un mondo di marziani. In tanti hanno risposto alla chiamata del Papa. Con sacrifici, con fatica, con allegria. E la Spagna cosa fa? La Spagna che fu cattolica, granitamente cattolica, assiste in diretta a quel modo di credere, di vivere e di pensare che l'ha resa grande per più di un millennio e che, da quando Napoleone ha riempito le sue città di logge massoniche anticattoliche, ha rigettato. La Spagna evangelizzatrice, come ha gridato ad una folla sterminata Giovanni Paolo II durante la sua ultima visita a Madrid, la Spagna che ha plasmato alla speranza cristiana un intero continente, è oggi costretta, volente o nolente, ad assistere a questa pubblica manifestazione di fede. Di una fede mite, inerme e gioiosa. Chissà che un'eco del passato non raggiunga il cuore di qualcuno e non riapra una finestrella, uno spiraglio, per tornare a guardare a Dio. Per svegliarsi dall'incubo della violenza anticristiana (antispagnola) degli ultimi due secoli, culminato nell'orrore della guerra civile del 1936-39 e rimesso in circolo dalla prassi anticattolica del laicista Zapatero. Radicalità per radicalità, in Spagna è nato agli inizi degli anni sessanta nelle baracche di Madrid un Cammino di fede per riscoprire la bellezza e la forza del battesimo: il Cammino Neocatecumenale iniziato da Kiko Argüello e Carmen Hernandez. Questo Cammino ha portato in questi giorni centocinquantamila giovani da tutti i continenti a percorrere, prima di arrivare a Madrid, gli itinerari della nostra Europa pagana, sazia, impaurita e disperata. Abitata da soli, vecchi e bambini. Bambini soli con famiglie allargate e vecchi soli senza figli o abbandonati dai figli. Una carovana di evangelizzazione fatta da ragazzi accompagnati dai loro catechisti. Gente che sembra venire dal mondo delle favole o dalla luna. Gente che con la sua sola presenza, con la forza della propria esperienza e della propria fede, testimonia che è possibile vivere in pace un'esistenza piena di senso. Ma di questo parleremo la prossima volta.

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