Tassa di solidarietà retroattiva Allarme per i conguagli record

Il prelievo di solidarietà contenuto nella manovra del 13 agosto che colpisce manager e professionisti con redditi superiori ai 90.000 euro parte subito e sarà retroattivo. Il reddito sul quale sarà calcolato il contributo è quello complessivo del 2011. Il pericolo di un salasso di liquidità per i contribuenti è dunque dietro l’angolo. Le modalità di prelievo saranno spiegate in un decreto del ministero dell’Economia che dovrà essere emanato al massimo entro il 30 settembre. È tuttavia certo che già nelle buste paga di settembre sarà detratta una percentuale di denaro. La base di calcolo sarà probabilmente il reddito Irpef del 2010. Avviso di allarme per manager e professionisti. Il prelievo di solidarietà parte subito e sarà retroattivo. Questo significa che il reddito sul quale sarà calcolato il contributo è quello complessivo del 2011. Il pericolo di un salasso di liquidità per i contribuenti che hanno redditi superiori a 90 mila euro (che pagano il 5% sulle somme fino a 150 mila e il 10% sulla parte eccedente) è dunque dietro l'angolo. Le modalità con le quali i prelievi saranno applicati saranno spiegate in un successivo decreto del ministero dell'Economia che, secondo la manovra, dovrà essere emanato al massimo entro il 30 settembre, ma è chiaro che già nei prossimo stipendi sarà individuata una percentuale di denaro che comincerà a essere detratta. La base di calcolo sarà probabilmente il reddito Irpef del 2010, ultimo dato utile in possesso delle Entrate. Così a parte i casi nei quali è evidente la perdita di un determinato livello salariale, ad esempio per la soppressione del posto di lavoro, nelle buste paga della parte finale dell'anno i circa 560 mila dipendenti che guadagnano oltre 90 mila euro vedranno apparire la voce della trattenuta relativa. Saranno dunque pagati solo tre o quattro ratei dell'importo complessivo. Questo, come accade ogni anno, in sede di conguaglio fiscale rischia di trasformarsi in una batosta non indifferente. Alla fine di gennaio o ancora peggio nella liquidazione della tredicesima mensilità (quando è ormai acclarato l'imponibile 2011) lo Stato potrebbe esigere il saldo mancante. Per meglio comprendere basta un esempio. Poniamo il caso di un manager che a fine 2011 abbia un reddito di 300 mila euro lordi. E sia vicino a quello percepito nel 2010. Secondo i calcoli della tabella a fianco lo stesso deve all'erario complessivamente 18 mila euro lordi. C'e da dire che lo stesso contributo è integralmente deducibile dall'imponibile. Tradotto in soldoni lo sconto finale sulla somma dovuta è pari al 43% e i 18 mila euro si riducono a poco più di 10 mila euro. Posto che un dodicesimo della cifra è pari a 833 euro e che la trattenuta sia fatta partire a settembre, alla fine del 2011 lo stesso soggetto avrà pagato solo 3.332 euro. Ne restano da pagare 6.668 che lo Stato potrebbe incamerare, ad esempio, nella fase della liquidazione della tredicesima. Nella migliore delle ipotesi il saldo potrebbe essere rinviato a luglio del 2012. A prescindere dal calendario sull'entità dello sforzo richiesto non ci sono dubbi. A spanne un reddito annuale di 300 mila euro vale netto in busta paga circa 13 mila euro. Questo significa che nella fase di recupero dell'imposta residua il contribuente potrebbe vedere decurtata la tredicesima o lo stipendio di luglio tra il 50 e il 60%. Per ora si tratta solo di ipotesi di scuola. Il contributo di solidarietà ha sollevato polemiche importanti tra le categorie interessate e ha discrete possibilità di essere rimodulato nel passaggio parlamentare.   Ieri nella serata l'agenzia delle Entrate ha dato una simulazione dell'esborso medio per classi di reddito lavorando su dati del 2008 estrapolati al 2011. A essere interessati sono circa 559 mila contribuenti persone fisiche, con un aggravio di imposta medio pari a 3 mila euro. L'onere addizionale medio risulta di 150 euro annui per 127 mila contribuenti con reddito compreso tra 90 e 100 mila euro. Di 570 euro per i 155 mila con redditi tra 100 mila e 120 mila euro. Circa 1.250 euro per i 115 mila con reddito tra 120 mila e 150 mila euro. Pagano 2.940 euro i 79.000 contribuenti con reddito complessivo compreso tra 150 mila e 200 mila euro. Circa 14.440 euro per gli 83 mila con salari superiori a 200.000 euro.