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Quel patto non rispettato

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Il ministro Calderoli

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Il patto tra contribuente e Stato è uno dei pilastri sul quale poggia la democrazia. Deve essere chiaro, netto, duraturo. Così lo Stato può gestire le entrate e le spese necessarie per svolgere i suoi compiti fondamentali, mentre il cittadino può condurre la sua vita da buon padre di famiglia. Questo patto è scritto nei codici. Quando un Parlamento discute e vota una legge in materia fiscale deve sempre avere in mente di non violare questo accordo, di non disporre del suo potere in maniera dispotica e ingiusta. Purtroppo nella manovra approvata l'altro ieri il patto si è rotto. Il governo ha deciso che la platea di contribuenti più onesta, seria e virtuosa, quella che dichiara i redditi e si piega a una pressione fiscale superiore di tre punti alla media europea, deve pagare ancora di più. Lo Stato che oggi detiene il record mondiale di gabelle sulla persona fisica, con un colpo di mano ha cambiato le regole del gioco. Che ora si fa pesantissimo. Provo a spiegare perché. Ogni famiglia misura il suo stile di vita sulla capacità di reddito. I suoi guadagni servono a comprare una casa, pagarne il mutuo, provvedere alla crescita dei figli, curarsi, acquistare beni, vestiti, cibo, cultura, viaggiare, investire sul talento. Il patto tra cittadino e Stato deve essere certo e duraturo, affinché le famiglie possano prendere decisioni di medio-lungo termine, cioè programmare investimenti in beni materiali o immateriali come, per esempio, un'alta educazione per i figli. Ma lo Stato improvvisamente taglia questa certezza. Ha bisogno urgente di risorse. E invece di studiare riforme strutturali sulla spesa, scovare l'evasione e far emergere fiscalmente i patrimoni non tassati a dovere, decide che il contribuente onesto non va premiato ma punito riducendo la sua capacità di spesa. Cosa succederà? Molte famiglie taglieranno i consumi. Sicuro. Altre però non potranno farlo perché avevano già preso degli impegni commisurati al proprio reddito. Chi ha un mutuo dovrà continuare a pagarlo, chi ha figli che studiano all'estero o in una università privata cercherà di non interrompere la loro formazione. Sono esempi di spese incomprimibili. Risultato: molte famiglie oneste del ceto medio-alto nel 2012 non solo taglieranno i consumi - con effetto recessivo sull'economia - ma al momento di liquidare le supertasse dovranno o intaccare i propri risparmi o perfino indebitarsi. È questo il mondo reale dell'economia, di chi paga le tasse, fa il suo dovere e si vede offeso e umiliato da una politica incapace di mantenere i patti.

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