Manovra, si paga da subito
Tutte le misure del governo
Il ministro dell'Economia Tremonti ha illustrato i dettagli della manovra da 45,5 miliardi. Il contributo di solidarietà previsto per i redditi sopra i 90.000 euro scatta dall'entrata in vigore del decreto. E cioè nello stipendio di agosto. Manager e professionisti privati si possono accomodare alla cassa. Paventato e annunciato, il contributo di solidarietà sui redditi più alti è ormai una delle poche certezze, in termini di cassa, della manovra bis. E si paga da subito. Ieri il ministro dell'Economia Tremonti ha confermato la portata della norma e spiegato i dettagli, amari, della sua efficacia. Il contributo di solidarietà previsto dalla manovra per i redditi sopra i 90.000 euro scatta dall'entrata in vigore del decreto e durerà fino al 2013. Considerato che i tempi sono stretti e che i mercati impongono una velocità supersonica per l'approvazione del provvedimento questo significa che, già nella rata di stipendio di agosto, lo Stato potrebbe passare all'incasso. Certo la normativa specifica ha bisogno di un decreto del ministero dell'Economia previsto entro il 30 settembre e di una circolare esplicativa dell'Agenzia delle Entrate. È probabile quindi, considerata anche la difficoltà concreta degli uffici del personale e paghe, di reperire facilmente i dati sui redditi nel mese di agosto, causa vacanze, il prelievo effettivo scatti solo a settembre e anche oltre. Ma non sarà un problema. Lo Stato maturerà il diritto alla «tosatura» già ad agosto e potrà recuperare il dovuto nelle rate future. O in sede di conguaglio fiscale annuale. Insomma non si scappa. Annunciata come misura biennale, il prelievo straordinario è già diventato di fatto triennale. Non solo. Il decreto esplicativo non potrà fare a meno di precisare anche un punto ancora non chiarito e che rischia di pesare ancora sulle tasche dei contribuenti colpiti dalla norma. Il quesito riguarda il reddito complessivo da considerare per applicare la sovrattassa. Secondo la norma, così come presentata nella bozza uscita dal consiglio dei ministri, il reddito è quello calcolato ai sensi dell'articolo 8 del Testo unico delle imposte sui redditi. Una norma fiscale che nel determinarlo considera come base tutti i redditi del soggetto, anche quelli ad esempio derivanti dalla locazione di immobili di proprietà. A parte questo per ora la norma, suscettibile di cambiamenti nel passaggio parlamentare, riporta in parità una situazione che rischiava di aprire un contenzioso in ambito costituzionale. La stessa tagliola era stata già applicata, infatti, ai dirigenti dello Stato e ai pensionati più ricchi. Una discriminazione che gli alti funzionari dello Stato erano pronti a fare correggere a loro favore con il ricorso alla Consulta. Da oggi mancherà l'appiglio normativo per mettere in moto i legali perché saranno assoggettati al contributo sia i dipendenti privati sia gli autonomi che superano le stesse fasce di reddito. Solo per menzione il prelievo vale il 5% del reddito per la parte eccedente i 90 mila euro e fino a 150 mila. Oltre questa soglia la percentuale applicata è il 10%. La tabella elaborata da Il Sole 24 ore e in parte pubblicata a fianco, dà conto del sacrificio lordo e netto fino al 2013 che colpirà i redditi medio alti. Per ora questi soggetti si potranno consolare con quanto affermato ieri dal ministro Tremonti e cioè la presenza in ogni caso di una soglia di salvaguardia del 48% (il peso complessivo sul reddito non potrà mai superare questa soglia) e del fatto che la somma potrà essere deducibile dal reddito, attenuando di fatto, l'esborso per i lavoratori privati. Una platea non enorme in termini numerici. Secondo i dati del Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia solo poco più di un contribuente italiano su 100 dichiara, ai fini dei versamenti Irpef, un reddito superiore ai 90 mila l'anno. Si tratta esattamente di 511.534 contribuenti, l'1,23% rispetto ai 41,5 milioni che hanno nel 2010 presentato la dichiarazione dei redditi per l'anno di imposta 2009. Il dato comprende tutte le tipologie di contribuenti che pagano l'Irpef, lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati. Per i soli lavoratori dipendenti, complessivamente pubblici e privati, i contribuenti da oltre 90.000 euro l'anno sono poco più di 300 mila, l'1,43% dei complessivi contribuenti che hanno un lavoro dipendente.