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Adesso anche la Francia si scopre un po' italiana

Nicolas Sarkozy

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«Monsieur le president» Sarkozy ora capirà cosa significa avere sul collo il fiato degli speculatori. Per giorni i francesi hanno guardato all'Italia probabilmente con la sottile ironia che contraddistingue la presunta superiorità dei transalpini nella gestione della cosa pubblica. E invece per ironia della sorte mentre Sarkzoy e Merkel dettavano, non senza spocchia, i tempi e i modi del risanamento italiano da qualche parte del mondo qualcuno stava giù pianificando un attacco mirato alla Francia. Gli speculatori non guardano in faccia nessuno. Nemmeno una delle economie fino a ieri, solo fino a ieri, tra le più solide e forti dell'area Euro, seconda solo a quella tedesca della quale resta partner principale. Il presidente fiutava giù da giorni la possibilità che le cannonate finanziarie che hanno colpito nell'ordine Irlanda, Portogallo, Grecia e Italia cominciassero a prendere di mira anche Parigi. Così Sarkò ha provato ad agire d'anticipo. È rientrato di corsa dalle vacanze e ha annunciato misure anticipate per il riassetto dei conti pubblici. L'effetto comunicazione è stato però pari a zero, un po' sulla scorta di quanto accaduto a Obama solo qualche giorno fa: la mossa a sorpresa non è bastata a calmare i mercati. Lo spread dei titoli sovrani francesi è cresciuto a livelli record, mentre la Borsa è scesa di oltre il 5%, trascinata al ribasso dallo scivolone dei titoli bancari e da voci, circolate con insistenza nel primo pomeriggio ma poi smentite, di un imminente taglio del rating «tripla A» di Parigi. Una voce che ha penalizzato non poco il settore del credito francese con un calo pesante per Societè Generale, che già in difficoltà la settimana scorsa per un profit warning, ieri pomeriggio è arrivata a perdere oltre il 20%, per poi chiudere con un -14,74%. Ad appesantire il titolo, oltre al nervosismo generale sul settore, è stato il riemergere di un'informazione del giornale Mail on Sunday di domenica scorsa, secondo cui il gruppo sarebbe «sull'orlo del disastro», a un passo dal fallimento. Notizia già smentita e per la quale la banca francese ha annunciato di essersi rivolta all'Amf, la Consob transalpina, «per chiedere di aprire un'inchiesta sull'origine delle voci», tornando poi a smentirle «categoricamente e con il più estremo vigore. Un nervosismo generale contro cui nulla hanno potuto le parole rassicuranti dell'Eliseo, affidate a un comunicato emesso in chiusura di una riunione straordinaria tra Sarkozy e alcuni ministri, tra cui quelli dell'Economia, Francois Baroin, e del Bilancio, Valerie Pecresse, alla presenza del governatore della Banque de France Christian Noyer. «Gli impegni di riduzione del deficit dei conti pubblici sono intangibili e saranno mantenuti quale che sia l'evoluzione della situazione economica». A tale scopo, Sarkozy ha chiesto ai ministri di elaborare nuove proposte «nel quadro della preparazione della prossima legge finanziaria», per assicurare il mantenimento del ritmo di riduzione del rapporto deficit/Pil annunciato nei mesi scorsi (4,6% nel 2012, 3% nel 2013). Le proposte saranno poi esaminate in un nuovo vertice, il 17 agosto, e «le decisioni definitive saranno prese il 24 agosto in occasione di una riunione» tra Sarkozy, Baroin e la Pecresse. «Sopprimeremo alcune nicchie fiscali», esenzioni dalle tasse per alcune categorie, ma «non aumenteremo le imposte» ha anticipato nel pomeriggio la Pecresse, in un'intervista a Bfm Tv. Insomma da ieri Italia e Francia sono ancora una volta più vicine.

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