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L'opposizione boccia la manovra

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Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani (S) con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini

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«Preoccupazione». «Forte», «altissima». Dopo aver appreso le linee generali della manovra aggiuntiva del governo, Pd e Udc si ritrovano accomunati dal timore che le misure in essa contenuta non siano in grado di mettere al riparo il Paese dalla crisi. E penalizzino i ceti medi e famiglie. A sorpresa, invece, apre l'Idv di Antonio Di Pietro, che parla solo di «luci e ombre» e annuncia responsabilità. Le opposizioni non rinnegano la «responsabilità» che anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato a chiedere loro nei colloqui al Quirinale. Silvio Berlusconi in conferenza stampa cita la disponibilità a collaborare arrivata finora come un elemento che fa ben sperare non si debba mettere la fiducia al provvedimento in Parlamento («siamo aperti con estrema misura a miglioramenti», dice il premier). Ma il giudizio delle opposizioni al momento tende al negativo. Le parole più dure arrivano dal Partito democratico. «C'è una forte preoccupazione - dice senza mezzi termini il segretario, Pier Luigi Bersani - questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi». Non solo. Bersani nota che «non c'è nessuna ristrutturazione» della manovra, ma si tratta «solo dell'anticipo» di misure che «da tutti i mercati erano state giudicate inadeguate». Insomma, «se è così questa manovra non è in grado di risolvere i problemi». Il Pd, ribadisce Bersani, ha pronte le sue proposte. Anzi, sfida il governo: «Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perchè colpirebbero i 'vostrì, quelli cioè che non pagano le tasse». Ma la prima impressione, messa nera su bianco dal responsabile Economia Stefano Fassina, è che la manovra colpisce «drammaticamente» le «condizioni di vita dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie». E «acuisce l'iniquità sociale». Punto sul quale il Pd non è disposto a transigere. Un giudizio tutt'altro che tenero arriva anche dall'Udc di Pier Ferdinando Casini, che con il vicecapogruppo Gianluca Galletti definisce la manovra che risulta dalle anticipazioni «priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane». «Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima», avverte Galletti. La manovra è «l'esatto opposto di ciò che serve al Paese e agli italiani», tuona Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, che sintetizza le misure con lo «slogan "più tasse e meno servizi"». Se si aggiunge Linda Lanzillotta, che dall'Api segnala il «forte rischio di effetti gravemente recessivi», appare di capire che l'impressione negativa accomuna il Terzo polo. Anche perchè, sottolinea Bocchino, il governo «non ha accolto neanche una proposta delle opposizioni». Infine la "sorpresa" Idv. Antonio Di Pietro dichiara che le «carte del governo sono piene sia di ombre sia di luci». Osserva che sono state accolte «parte delle nostre proposte», anche se restano «gravissime» misure come il taglio alla spesa locale. Ma «il governo è finalmente passato dalle parole ai fatti - osserva Di Pietro - presentando la manovra prima dell'affondo del Titanic. Noi dell'Idv faremo fino in fondo il nostro dovere per evitare che la nave cali a picco».  

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