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La Borsa ritrova lo sprint Milano si rianima: +4,1%

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Laspeculazione si concede una tregua. E i listini sia quelli italiani sia quelli europei chiudono una giornata volatile con una rimbalzo significativo. I listini del Vecchio Continente recuperano 141,1 miliardi di euro di capitalizzazione. Per Piazza Affari il recupero (+4,10) è stato di 13,8 miliardi di euro A segnalare una giornata di cosiddette ricoperture (il riacquisto di azioni da parte degli operatori) è l'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente. A fine contrattazioni è cresciuto del 3,16%, il maggior rialzo in una sola seduta dal maggio 2010. Bene tutte la piazze finanziarie continentali con Parigi che ha guadagnato il 2,89%, Francoforte il 3,28% e Londra il 3,11%. È stato un concorso di elementi a far ritrovare il sorriso agli operatori finanziari. Il primo la percezione che il rallentamento dell'economia mondiale sia stato sovrastimato. Così ad esempio le domande di disoccupazione in Usa, nella settimana che si è conclusa il 6 agosto scorso si sono ridotte di 7 mila unità, a quota 395 mila. Un dato migliore delle attese e che segnala che la recessione tanto temuta dai mercati in realtà ancora non abbia fatto capolino. Una tendenza che si è immediatamente riflessa sui titoli delle materie prime (+4,48% l'indice di settore europeo). Allontanato per qualche istante lo spettro della recessione. A fare prendere fiato alle Borse, e in particolare a frenare gli speculatori, è stata la possibilità che un'azione a livello coordinato tra le banche centrali sospenda sine die la possibilità di effettuare operazioni di acquisto dei titoli allo scoperto. Ovvero quelle pratiche che consentono la compravendita dei titoli senza la loro effettiva consegna. E che rappresentano uno degli strumenti preferiti da chi specula per alzare o abbassare artificiosamente i prezzi e lucrare sulle differenze create senza sborsare un solo euro. Già stamattina prima della riapertura di Piazza Affari, la Consob ha convocato una riunione per valutare la possibilità di adottare misure del genere. Non sarebbe un'azione isolata. Secondo il New York Times l'agenzia europea che coordina le authority nazionali che controllano le borse sarebbe pronta a imporre un bando temporaneo sulle vendite, mentre l'emittente Cnbc ha poi aggiunto che l'intervento dovrebbe interessare Italia e Francia. Qualunque sia la forma tecnica si tratta di una prima risposta concreta alle scorribande dei fondi speculativi sui mercati europei. Insomma chi ha poteri e stumenti per controbilanciare le ondate che stanno prosciugando i valori nelle piazze finanziarie si sta organizzando. Anche attraversi le simulazioni. Agli esperti di Borsa non è sfuggito che la ripartenza a razzo della borsa di Milano, dopo una mattinata che prospettava un nuovo bagno di sangue, si sia registrato in concomitanza con lo stop alla negoziazione dei derivati sulla piattaforma di Milano. I mercati dei prodotti speculativi sull'indice Ftse Mib sono rimasti fermi dalle 15 fino alla fine della seduta. La Borsa italiana ha comunicato agli operatori che le contrattazioni erano state bloccate per un problema tecnico. Più volte era stata annunciata una ripartenza che non è più avvenuta. Un'interruzione che ha interotto giocoforza lo svilupparsi di azioni ribassiste costruite sulle opzioni di acquisto e di vendita legate a scommesse ad alto tasso di rischio La bacinella con il brodo di coltura per i fondi speculativi, un parole povere e per tutto il pomeriggio, si è svuotata. Infine a placare la sete di guadagni dei raider di Borsa è bastata anche la percezione che la politica europea abbia compreso la gravità del momento e stia cominciando a preparare le contromisure. La concertazione in Italia sulla manovra, sotto la curatela del presidente Napolitano e del prossimo governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, unito al'incontro di martedì prossimo tra Sarkzoy e Merkel, sono stati considerati segnali che qualche strategia Ue possa essere rapidamente messa in campo. Dunque meglio evitare ora di impegnarsi.

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