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Diga franco-tedesca contro la speculazione

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ValerioMaccari L'asse franco-tedesco cerca una cura alla crisi dei debiti che sta mettendo in pericolo l'Eurozona. Martedì prossimo Sarkozy e Merkel, rappresentanti delle economie più importanti d'Europa e colonne portanti della moneta unica, si incontreranno a Parigi per mettere a punto proposte comuni sulla governance dell'area Euro. Un obiettivo non semplice: la Merkel, infatti, si trova ad affrontare l'ostilità della sua stessa coalizione di governo, che – temendo ulteriori pesi per la Germania - non sembra disposta a votare l'approvazione dell'accordo sul fondo salva-Stati Efsf, richiesta anche ieri dalla Bce. Per conquistare la fiducia del Bundestag, la Merkel potrebbe quindi richiedere maggior rigore agli altri paesi europei e sanzioni per chi non rispetta i vincoli. Sarkozy, invece, si trova a rappresentare una Francia nel pieno di un attacco speculativo. Nel mirino ci sono le banche: dopo Societe Generale il 10, ieri è toccato al gruppo Bnp Paribas, il maggiore istituto del paese, che ha vissuto in borsa una vera giornata di passione: il titolo ha registrato perdite pesanti durante tutta la mattinata, toccando il -7% all'ora di pranzo. Nel primo pomeriggio è arrivato il recupero, ma gli scambi sono diminuiti e la volatilità resta alta. A scatenare il panico una voce non confermata, secondo cui il gruppo – che controlla, fra le altre, anche l'italiana Bnl – dovrebbe mettere da parte nuovi accantonamenti per limitare i danni dell'esposizione sulla Grecia. Insomma, si è ripetuto il copione di mercoledì scorso, che ha visto Societe Generale Sa, la seconda banca di Francia, perdere quasi il 14,7% per una falsa notizia. A diffonderla, in questo caso, era stata il Mail on Sunday, l'edizione domenicale del britannico Daily Mail, che definiva SocGen una banca «sull'orlo del disastro, ormai a secco di liquidità e pronta per il salvataggio con conseguente ìnazionalizzazione». Di nuovo una voce, e assolutamente prima di fondamento: la banca ha smentito, il governato della Banca di Francia Christian Noyer ha ribadito la solidità degli istituti d'Oltralpe e la stessa redazione del Mail on Sunday si è scusata e ha rettificato. D'altro canto, le voci sembrano dominare lo scenario finanziario francese: sempre mercoledì, false notizie su un possibile declassamento del rating francese, attualmente considerato una tripla A, ha scatenato un'ulteriore bufera sui mercati europei. Anche questa una balla, come tutte e quattro le principali agenzie di rating del mondo si sono affrettate a precisare. L'Amf, l'autorità garante dei mercati finanziari francesi, ha annunciato di aver aperto un'inchiesta sul fenomeno, ricordando che la diffusione di informazioni fasulle è sanzionabile. Ma resta la preoccupazione che si tratti di un attacco ben studiato e diretto alla Francia, che pur essendo la seconda economia del continente è comunque il paese più debole fra i sei dell'Eurozona a tripla A: la bilancia commerciale è in rosso di 65 miliardi, la disoccupazione è salita sopra il 9% e la produzione industriale è scesa dell'1,6%, e si prevede che il Pil salga di appena lo 0,1% nel secondo trimestre dell'anno. Il 2% di Pil a fine anno previsto dalla finanziaria francese, a questo punto, sembra un miraggio.

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