Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Alla Camera gli stakanovisti d'agosto

default_image

  • a
  • a
  • a

.Poco prima delle 11 la sala del Mappamondo a Montecitorio è già stracolma. Per l'informativa del ministro Tremonti sono convocate le Commissioni economiche di Camera e Senato. Ma ci sono anche tutti i big, da Alfano a Di Pietro, da Bersani a Casini che, «in sostituzione» di uno dei propri commissari, hanno il diritto di prendere la parola. I presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini seguono dai propri uffici il dibattito. Anche il Capo dello Stato è tornato al Quirinale, lasciando in anticipo l'isola di Stromboli, per essere informato dal presidente del Consiglio e dal ministro dell'Economia. In serata ha incontrato anche Bersani e Casini. Nessuno voleva perdere l'occasione di farsi «notare», di passare come stakanovista d'agosto. Certo alcuni, Giorgio Conte, Italo Bocchino e Walter Veltroni su tutti, sono stati traditi dall'abbronzatura. Ma poco importa. Quella che, in altre occasioni (la precedente è stata il 26 agosto 2008 per le comunicazioni sul conflitto che vedeva opposte le truppe della Georgia e della Russia in Ossezia del Sud), sarebbe stata una riunione da chiudere il più velocemente possibile, è diventata invece, sia per le aspettative che ha creato sia per l'esposizione mediatica, una «gara» di presenze. Anche perché era prevista la diretta del Tg1. Un'occasione ghiotta per prendere due piccioni con una fava: parlare una decina di minuti su RaiUno e mostrare di essere al lavoro anche ad agosto. Non è un caso che il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Donato Bruno, che alle 11 ha aperto la riunione, abbia invitato gli operatori tv: «Non riprendete soltanto noi (il tavolo con lui, Tremonti e gli altri presidenti di Commissione, ndr) ma anche i colleghi. È stato uno sforzo comune stare qui oggi». I parlamentari si stringono, i commessi, richiamati per l'occasione, continuano a portare sedie nella sala. Roberto Giachetti, del Pd, resta in piedi e si tiene alla balaustra. Il senatore, sempre democratico, Lucio D'Ubaldo arriva trafelato qualche minuto dopo le 11. Si fa largo tra le sedie anche Francesco Pionati (Adc). La sottosegretaria Catia Polidori ha preso il posto con largo anticipo: alle 10 era già alla Camera. Nel frattempo, in piazza Montecitorio, due manifestazioni. Una organizzata dall'Idv, l'altra dal Partito Comunista dei Lavoratori. Striscioni, bandiere e slogan «storici»: «Potere a chi lavora» o «Governo e Parlamento farabutti, ora via tutti». Non più di una quarantina di persone. Gli altri, forse, erano al mare.

Dai blog