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Silvio si accorcia le vacanze: ma non siamo sotto tutela

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

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Silvio Berlusconi torna a Roma. Non è ancora chiaro quando. Ma è ormai certo che interromperà le brevi vacanze, cominciate sabato a Porto Rotondo. Il Cavaliere seguirà stamattina l'evoluzione dei mercati. Se la situazione dovesse precipitare e si dovesse prospettare un nuovo lunedì nero, potrebbe anche decidere di fare rientro nella Capitale in serata. Potrebbe, ma è ancora un'ipotesi. Altrimenti, il programma prevede che il premier rientri domani mattina a Roma e per volare di nuovo - mercoledì sera - alla volta di villa Certosa, dove ci sarà la festa per Marina, la figlia presidente di Mondadori. Sembra dunque esclusa l'indiscrezione - che pure era circolata ieri - di un Consiglio dei ministri straordinario giovedì. Si era parlato, infatti, anche di una riunione d'urgenza per anticipare gli effetti della Manovra, così come già annunciato venerdì scorso. Ma di questo il governo dovrebbe occuparsi soltanto a fine mese. Berlusconi è molto preoccupato dalla situazione. È vigile, mantiene i suoi contatti internazionali e oggi sentirà al telefono il presidente Usa Barack Obama. Non vuole però dare l'impressione che l'Italia sia in "assetto da guerra". E tanto meno vuole lasciare intendere che il nostro Paese sia stato commissariato, che sia sotto tutela e costretto a subire le scelte di Ue e Bce, così come - senza tanti giri di parole - ha scritto sul Corriere della Sera di ieri Mario Monti. Cioè proprio colui che viene indicato come possibile premier di un eventuale governo tecnico, al posto di quello attuale. Il Pd - che ormai da giorni sembra non avere un'idea chiara, con Bersani che sostiene le tesi più varie - crede di aver trovato la rotta e si lancia nella scia di Monti: «Vogliamo la verità. È incredibile e inaccettabile che l'opposizione non abbia avuto fin qui comunicazione alcuna sui vincoli ai quali la comunità europea e internazionale ci sta sottoponendo», dice il segretario del principale partito dell'opposizione. Che aggiunge: «Al di là delle indiscrezioni, nessuna comunicazione formale è stata data né a noi, né all'opinione pubblica. Che cosa davvero e precisamente ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali? Un governo impotente, totalmente screditato e ormai commissariato dica almeno qual è la situazione reale». Per il Pdl la risposta è affidata al capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, che prima sfotte Bersani: «Se fosse negli Usa chiederebbe le dimissioni di Obama». Poi prende più sul serio le affermazioni di Monti, e ragiona: «Quando i tecnici decidono di scendere in politica, rischiano di dimenticare molte cose e anche di cambiare le carte in tavola. È il caso del professor Monti. Finge di dimenticare che lo tsunami finanziario oggi in atto colpisce tutto e tutti, compresi gli Stati Uniti d'America e ha anche colto di sorpresa, soprattutto i tecnici, che non hanno saputo prevedere quasi nulla». Il dibattito è fermo a questo. Oggi si attenderà la risposta dei mercati, anche se la domenica appena trascorsa sembra premiare lo sforzo del governo. La Bce sarebbe pronta ad acquistare gli italici Btp. Francia e Germania, in una nota congiunta, fanno sapere di apprezzare l'anticipo della Manovra. Ora bisogna attendere. Non solo la risposta dei mercati. Mercoledì il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, vedrà le parti sociali. Il giorno dopo toccherà a quello dell'Economia, Giulio Tremonti, riferire al Parlamento. Questo è il processo che sarà avviato. Motivo per cui sembra assai remoto che prima di Ferragosto possano essere prese altre misure straordinarie. Almeno per ora, perché nessuno più azzarda previsioni. Nessuno s'avventura o è in grado di spiegare i prossimi passaggi. Più probabile invece che il decreto di anticipo della Manovra, che dovrebbe portare al pareggio di bilancio nel 2013, possa essere modulato in maniera diversa rispetto al testo approvato a fine luglio dalle Camere. Il nuovo provvedimento potrebbe essere oggetto di una sorta di trattativa con l'Udc, che aveva votato contro il decreto per la stabilizzazione dei conti pubblici appena qualche settimana fa. Casini (forse unico leader) sarà giovedì in Parlamento ad ascoltare Tremonti. E Sacconi rivolge un appello, nella direzione di un'intesa con i centristi: «Credo che sia doveroso cercare il dialogo con coloro che si dichiarano disponibili al dialogo». Un nuovo passo verso la costruzione di una nuova maggioranza. Più ampia.

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