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Misure anti-crisi, Napolitano incontra Berlusconi

Il ministro delll'Economia Tremonti alle Commissioni affari costituzionali e bilancio

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{{IMG_SX}}"Sconcertati", "allibiti" dalla mancanza di idee del governo. Alla fine di una giornata che avrebbe dovuto segnare l'inizio del dialogo in Parlamento sugli interventi per affrontare la crisi, le opposizioni si ritrovano ancora più distanti dalla maggioranza e dall'esecutivo. Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini lo dicono anche al presidente della Repubblica, che li convoca al Quirinale: la "responsabilità" di Pd e Terzo polo, sottolineano, resta immutata, ma dal ministro Tremonti non sono arrivate le risposte attese. Anzi, "ci ha detto che il nostro aiuto non gli serve - sottolinea Bersani - Farò finta di non aver sentito". Ci sono tutti, i "big" dell'opposizione, a Montecitorio per ascoltare l'informativa di Giulio Tremonti alle commissioni di Camera e Senato. Ognuno di loro è arrivato con in tasca le proprie proposte, che espone nel corso del dibattito. Ma tutti dichiarano il disappunto perchè il governo è arrivato a mani vuote e Tremonti non ha annunciato le misure per affrontare la crisi. "Siamo ancora una volta sconcertati", dice il segretario del Pd. "C'è assenza di idee e di compattezza del governo e della maggioranza. Le uniche cose concrete le ha dette l'opposizione". Tuona, Bersani: "Abbiamo ore davanti, non mesi: al governo non deve tremare il polso, deve decidere". "Sono allibito" dalla mancanza di risposte esaurienti di Tremonti, è il commento lapidario che trapela da Gianfranco Fini. Mentre Casini sbotta con i suoi: "Ma questo è scemo! Da ricoverare", sempre in riferimento al ministro. "Non vorrei arrivasse il 118. Mi sembra di essere sulla luna", scherza Bersani facendo notare i "rimbrotti" ricevuti da Tremonti per non essersi limitati a discutere solo dell'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio. "Aria fritta", è il giudizio di Antonio Di Pietro sulle parole del ministro: "L'esecutivo se ne deve andare per mancanza di credibilità". "La nostra è un'opposizione responsabile e alternativa", dice a più riprese Bersani. Che rassicura sul punto anche Napolitano: il Pd è disponibile a collaborare, tant'è che illustra le sue proposte (taglio dei parlamentari, liberalizzazioni, lotta all'evasione) ma è il governo a dover fare una mossa, annunciare le sue misure. Dovrà essere presentata, invoca il leader democratico, una manovra equa, secondo il principio che "chi più ha, più dà. Se non sarà così, avverte, non sarà solo il sindacato a opporsi. E poi c'è il nodo politico, che il segretario Pd affronta anche con il capo dello Stato. La convinzione del Pd resta quella ribadita negli ultimo giorni che il governo Berlusconi deve lasciare a un esecutivo con personalità "di spessore". Se l'esecutivo non è in grado di fronteggiare la crisi, è il ragionamento, dovrebbe essere consentita l'apertura di nuovi spazi. "Saremo seri e all'opposizione", dice per il Terzo polo Francesco Rutelli. Una responsabilità che ribadisce a Napolitano anche Casini, che alla Camera elenca le sue proposte (dall'abolizione delle province, all'intervento sulle pensioni, ma con un quoziente familiare previdenziale). Il leader dell'Udc avverte: "Il commissariamento dell'Italia è un dato di fatto e non riguarda solo il governo, ma tutto il sistema politico". "Le principali forze politiche la smettano di litigare. L'opposizione dia il suo contributo", dice dalla maggioranza il segretario del Pdl Angelino Alfano. Ma erano risposte, non inviti alla convergenza che le opposizioni si aspettavano. "Ringrazio Tremonti per la cortesia di essere venuto a riferire alle Camera - riassume Casini - Ma avevo capito di più dalla lettura giornali che da quello che ho sentito oggi".  

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